PALEOLITHIC ART MAGAZINE

EUROPA



L'IDOLATRIA NEI COLOSSI ANTROPOMORFI PALEOLITICI E POST-PALEOLITICI

Pietro Gaietto


Per colossi antropomorfi si intendono le sculture che raffigurano soggetti umani più grandi del reale.( Vedi fotografie in fondo)

Le fotografie che presento riguardano i colossi, per un breve discorso sull'idolatria che concerne il Paleolitico e il post-Paleolitico in Europa, Africa, Asia e America.

Il discorso sull'idolatria è sempre estraneo ai libri d'arte, ma è importante tenerlo in considerazione, in quanto giustifica la costruzione di grandi opere d'arte, che sono costate fatica, e che erano destinate ad un gran numero di persone.

Sull'idolatria riguardante i colossi del Paleolitico non possiamo sapere niente, però sappiamo da Plinio il Vecchio e da altri autori che i colossi presso i Greci e i Romani erano numerosissimi, e che l'idolatria era il motivo della loro costruzione. Si presume, quindi, che anche nel Paleolitico esistesse l'idolatria.

Queste sono alcune delle citazioni di Plinio il Vecchio (Naturalis Historia):

39. (18) - Dell'audacia poi infiniti sono gli esempi. Vediamo infatti concepite delle moli di statue simili a torri : i cosiddetti colossi. Tale è l'Apollo in Campidoglio portato da M. Lucullo da Apollonia città del Ponto (681/73), alto trenta cubiti e costato 500 talenti.

40. - Tale in Campo Marzio il Giove dedicato da Claudio imperatore, colosso però, il quale come mangiato dalla vicina mole del Teatro di Pompeo; tale è quello fatto a Taranto da Lisippo alto 40 cubiti. E' curioso in quest'ultimo il fatto che, mentre si può muovere con la mano, - così perfetto è il sistema di equilibrio - d'altra parte esso resiste benissimo alle procelle. Si dice che l'artista abbia provveduto a questo scopo con una colonna posta a poca distanza e da quella parte in cui era più necessario rompere l'impeto dei venti. Pertanto, per la grandezza e le difficoltà di rimuoverlo Fabio Verrucoso non lo toccò, mentre portò via di là l'Ercole che ora è in Campidoglio (545/209).

41. - Ma sopra tutti fu ammirato il Colosso di Rodi, opera di Chares Lindio (a. Cr. 227) discepolo di Lisippo. Fu dell'altezza di 70 cubiti questo simulacro, il quale poi cadde a terra dopo 66 anni a causa di un terremoto; ma anche a terra è uno spettacolo meraviglioso. Pochi arrivano ad abbracciare il pollice; le sue dita sono più grosse di molte statue. Vaste caverne si aprono nelle fratture delle membra; e dentro si vedono dei sassi di grande mole, col peso dei quali l'artista aveva consolidato la massa durante la costruzione. Dicono che fu fatto in 12 anni e con 300 talenti che si erano ricavati dalla vendita del macchinario bellico abbandonato davanti a Rodi dal re Demetrio stanco del prolungarsi dell'assedio.

42. - Sempre a Rodi vi sono altri cento colossi minori di questo, ma che renderebbero famoso il luogo ovunque un solo di essi si trovasse; e inoltre cinque statue colossali di dei, opera di Bryaxis.

43. - Anche l'Italia ha creato i suoi colossi. Noi vediamo almeno l'Apollo Tuscanico nella Biblioteca del tempio di Augusto, alto 50 piedi dal dito grosso del piede (alla testa), non saprei se più mirabile per il color del bronzo o per la bellezza della statua. Inoltre Spurio Carvilio fece il Giove che è in Campidoglio, dopo la vittoria sui Sanniti che combattevano con legge sacra (461/293), usando le loro corazze, i gambali e gli elmi; è così alto che si vede dal Giove Laziario sul Monte Albano. Coi residui della limatura Carvilio fece la sua statua che è davanti ai piedi del simulacro.

44. - Sempre in Campidoglio sono ammiratissime due teste colossali che il console Publio Lentulo dedicò (697/75); una fatta da Chares sopra ricordato (34, 41), l'altra le fece (....)Dikos, di tanto inferiore confrontato col primo, da sembrare un artista di poco conto.

45. - Ma ogni grandezza, in fatto di statue di questo genere, l'ha superata ai nostri giorni Zenodoros col Mercurio fatto per gli Arverni in Gallia durante 10 anni di lavoro, e per un costo di 40 milioni di sesterzi. Costui, dopo che ebbe dato così bella prova della sua arte, fu chiamato da Nerone a Roma, dove fece il colosso destinato a simulacro di quell'imperatore, alto piedi 119,5; questo colosso fu dedicato al Sole e quindi divenne oggetto di venerazione quando fu dannata la memoria delle scelleratezze del principe.


Colossi e idolatria sono l'unione di un tipo di religione con una tradizione di scultura litica presso popoli organizzati e ricchi, indipendentemente dal fatto che fossero prima cacciatori, e poi agricoltori.

I popoli che hanno fondato le prime città (nei territori dell'attuale Egitto e Medio Oriente) si erano arricchiti con l'agricoltura, ma la loro religione era collegata all'idolatria, e la loro arte alla scultura. La pittura, presso questi popoli, probabilmente è stata introdotta da artisti della Civiltà artistico-religiosa maddaleniana post-paleolitica del Sahara, ma ha avuto quasi esclusivamente applicazione nella decorazione, e non nella raffigurazione delle divinità, che è rimasto compito della scultura.

Le civiltà artistico religiose con scultura litica del Paleolitico attraversano le varie culture materiali del Mesolitico e del Neolitico, e giungono all'alba della storia un po' dappertutto. Questo passaggio, almeno per quanto riguarda i colossi, potrà essere studiato sui menhir di Carnac, che è l'unica località al mondo che ne ha raggruppati 2.730 in un breve spazio.
A Carnac i menhir più antichi sono antropomorfi, e non hanno probabilmente meno di 50.000 anni, mentre i più recenti sono monoliti semplicemente sbozzati, e anche di piccole dimensioni, certamente così fatti a seguito di una nuova religione; ma i menhir più antichi e i più recenti hanno in comune lo stesso luogo di culto, lo stesso uso di lavorazione della pietra, e lo stesso modo di allinearli. È possibile, almeno qui, trovare un filo diretto dal Paleolitico all'alba della storia, che comprenda i colossi del Mesolitico e del Neolitico.






FIG. 1 Sculture rupestri. Raffigurano due grandi teste umane. La testa a destra ha sguardo in avanti, quella a sinistra ha sguardo verso il cielo. Questo gruppo è detto "La grande coppia di Tiglieto".
Misure: alt. oltre i 5 m.
Collocazione: Tiglieto, Genova, Italia (sotto la strada al confine con la Provincia di Savona). Questa fotografia risale al 1969; attualmente le sculture sono coperte da un bosco di pini.
Cultura materiale: Musteriano o Paleolitico superiore.
L'uomo a destra sembra sia seguito dall'altro uomo. Forse sono un maschio e una femmina; in tal caso, potrebbe essere la prima raffigurazione paleolitica della coppia maschio e femmina, che ha chiari riscontri nelle religioni post-paleolitiche. Sono accennate le spalle, come si vede nel disegno.
I tipi umani raffigurati hanno caratteri vicini a Homo sapiens neanderthalensis.






FIG. 2 Scultura rupestre. Raffigura una gigantesca testa umana in vista frontale.
Misure del solo volto, e non della rupe: alt. 7 m circa e larghezza 4 m. La roccia sulla testa potrebbe essere un copricapo.
Collocazione: Rocche di Borzone, Borzonasca, Genova, Italia. (Altitudine 500 m circa).
Cultura materiale: Musteriano oppure Paleolitico superiore
La scultura, dai valligiani è denominata il "Volto megalitico di Borzone". Deve essere visitata d'inverno, quando le piante non hanno le foglie. Uno studio su questa scultura è pubblicato su questa stessa rivista: "Il volto megalitico di Borzone" , P.Gaietto, 2000.






FIG. 3 Scultura litica. (Menhir). Raffigura una testa umana con collo, copricapo o acconciatura. Il tipo umano sembra Homo sapiens neanderthalensis.
Misure: oltre 5 m.
Collocazione: Carnac, Bretagna, Francia.
Cultura materiale: Musteriano oppure Paleolitico superiore.
È una delle sculture più grandi di Carnac.
(Foto di Licia Filingeri)






FIG 4 Scultura litica antropomorfa bifronte. (Menhir). Raffigura due teste umane unite per la nuca. In questa scultura di grandi dimensioni si vede chiaramente che la deformazione stilistica (estremamente elegante) esclude volutamente i particolari del volto, cioè occhi, naso, bocca, che l'uomo, se avesse voluto, avrebbe saputo fare, come ha saputo elaborare una forma così armoniosa.
La testa (a sinistra) raffigura un Sapiens sapiens, e la testa (a destra) un Sapiens neanderthalensis; comunque, questo Neanderthaliano con faccia "grassa" resta uno dei tanti problemi insoluti.
Misure: alt. 3,5 m circa.
Collocazione: Carnac, Bretagna, Francia.
Cultura materiale: Musteriano oppure Paleolitico superiore.
(Foto di Licia Filingeri)







FIG 5 Scultura litica. (Menhir). Raffigura una testa umana con cappuccio.
Misure: evidenti
Collocazione: Carnac, Bretagna, Francia.
Cultura materiale: Musteriano, forse Paleolitico superiore.
In Bretagna i menhir sono 4.750. Questa zona è stata luogo di culto dal Musteriano al secondo millennio a. C. A Carnac i menhir sono 2,730 e sono allineati. I più antichi raffigurano teste di Homo sapiens neanderthalensis, e per questo noi li attribuiamo al Musteriano, ma anche quelli che, come questo, raffigurano Homo sapiens sapiens, possono essere musteriani, visto che i paleoantropologi hanno stabilito che Homo sapiens sapiens è comparso prima di 80.000 anni fa.
Attualmente, l'unico sistema di attribuzione culturale è l'indagine attraverso il tipo umano raffigurato, in quanto non esistono datazioni, perchè non ci sono "studiosi accademici" che si occupano del problema dei menhir antropomorfi. Per fare certe ricerche sono necessarie sovvenzioni dello Stato, che possono essere ottenute solo dai ricercatori accademici. Un menhir come questo, se sollevato, scopre un sito intatto che, almeno attraverso i pollini, visti i progressi fatti da scienza e tecnologia, dovrebbe fornire datazioni abbastanza precise.
(Foto di Licia Filingeri)






FIG. 6 EUROPA
Scultura di marmo. Colosso.
Raffigura la testa dell'imperatore Costantino.
Misure: evidenti (da porte e finestra).
Localizzazione: Roma, Italia.
Cultura materiale: post-paleolitica
Fotografia anno 1934.






FIG. 7 AFRICA
Scultura rupestre nel tempio-caverna. (Particolare). Colosso.
Raffigura una divinità con copricapo.
Misure: alt. 10 m.
Localizzazione: Abu Simbel, Bassa Nubia, Egitto.
Dinastia XIX.
Civiltà artistico-religiosa post-paleolitica in associazione ad altre divinità.
Il re Ramesse II ad Abu Simbel aveva eretto un altro tempio-caverna con quattro statue colossali di divinità antropomorfe sedute, alte 20 m.











FIG. 8 ASIA
Scultura antropomorfa. (Incisione). Colosso.
Raffigura il Dio Canone, figlio di Amida.
Misure: evidenti.
Localizzazione: Giappone.
Cultura materiale: post-paleolitica in associazione ad altre divinità.
Il disegno è tratto dal libro : "Viaggio intorno al mondo", Venezia, 1841, e raffigura anche cinque persone, dimostrando quanto l'idolatria fosse praticata.





FIG. 9 AUSTRALIA
Non sono noti colossi in scultura di pietra, ma neanche sculture litiche di piccole dimensioni.
In Australia domina la Civiltà artistico-religiosa maddaleniana paleolitica e post-paleolitica, che, come è noto, non ha scultura litica.
Unica forma di scultura (a mia conoscenza) si trova nell'Australia settentrionale. Sono sculture antropomorfe e zoomorfe in legno, di modeste dimensioni, prodotte sotto l'influsso dei pescatori di perle di Makasan, che nel corso degli ultimi tre secoli sbarcarono sulla costa settentrionale australiana.






FIG. 10 AMERICA
Scultura litica antropomorfa. Colosso.
Raffigura una testa con copricapo e senza collo, in pietra vulcanica. Rappresenta un dio o, secondo alcuni studiosi, i re guerrieri, a difesa delle coste.
Misure: evidenti.
Provenienza: Tuxtla (Messico).
Foto di E. Seler, prima del 1959.
Cultura materiale: post-paleolitica in associazione con altre divinità.Cultura Olmeca.
Datazione: circa 500 a.C. - 200 d.C.
Mi sono noti altri colossi simili, reperiti a S. Lorenzo Tenochtitlàn, Vera Cruz (Messico): 7 sono conservati al Museo Antropologico a Xalapa, Messico. Questa $egrave una testa alta 275 cm, senza collo.



Index

HOME PAGE

Copyright©2000-2002 by Paleolithic Art Magazine, all rights reserved.