PALEOLITHIC ART MAGAZINE

LIGURIA



UN RITRATTO UMANO SCOLPITO 200.000 ANNI FA DESCRITTO CON LA DIDATTICA DELL'ARCHEOARTEOLOGIA

Pietro Gaietto
Direttore del sito del Museo delle Origini dell'Uomo




Genova, Italia, 24 Novembre 2002

- Due scoperte casuali.
- Il concetto di ritratto.
- La scultura antropomorfa e la paleoantropologia.
- Descrizione della scultura di Borzonasca.
- Le fotografie della scultura di Borzonasca.
- Le caratteristiche dell'autenticità.
- La vita spirituale.

La scultura che presento mi è particolarmente cara, non solo perchè è il ritratto più antico che conosco, ma perchè è stata scoperta due volte; la prima volta da me, e la seconda volta da mia moglie Licia, alcuni mesi dopo, quando la stava fotografando e ne scoprì il ritratto.


SCULTURA DEL PALEOLITICO INFERIORE DI BORZONASCA
Testa umana imberbe



DUE SCOPERTE CASUALI

Borzonasca, in Provincia di Genova (Italia) è una cittadina nota per il "Volto megalitico di Borzone", una scultura rupestre di montagna.
Mi stavo recando alle Rocche di Borzone, come faccio annualmente, diretto al "Volto megalitico", quando notai in uno spiazzo ai margini della strada, un autocarro che stava scaricando un carico di ghiaia prelevato dal sottostante Torrente Penna. Queste pietre venivano portate sul posto per lavori edili.
Come mia abitudine in 45 anni di ricerca, mi sono fermato per controllare se nella montagnola di pietre vi fossero "tracce di preistoria", cosa che fa, o che dovrebbe fare, ogni archeologo, in quanto generalmente questi sopralluoghi di materiale proveniente da aree archeologiche possono, anche attraverso frammenti, indicare la presenza di giacimenti archeologici in zona.
Le pietre, prevalentemente di piccolo taglio, erano fluitate, quindi ogni eventuale utensile era andato distrutto, divenendo un ciottolino; infatti il tipo di pietra della zona, dove è assente la selce, è facilmente deperibile. Tra queste pietre, una più grossa, appunto quella che qui presento, mi è parsa subito, per quanto ancora coperta di terriccio, una scultura antropomorfa bifronte; non avendo mai fatto ricerche in zona, l'ho presa come testimonianza per ritornare successivamente, senza neanche guardarla attentamente perchè è un tipo abbastanza comune.
Nei luoghi di montagna ogni manufatto preistorico, generalmente, viene trasportato dalle alluvioni a valle , dove è più facile trovarne i resti nei piccoli torrenti.
Per tipologia ho attribuito questa scultura alla fase finale del Paleolitico inferiore, interpretandola, mentre la raccoglievo, soltanto per le viste laterali (Fig. 4 e 7).
Se non l'avessi raccolta, sarebbe finita nel cemento per la costruzione di un muro.

La seconda scoperta, anche questa casuale, è dovuta a mia moglie Licia che stava fotografando il reperto: sentendola esclamare: "Eccezionale!", e non comprendendo bene a cosa si riferisse, l'ho raggiunta velocemente, e lei mi ha spiegato di aver visto una testa umana imberbe frontalmente (Fig. 3).
Mi sono commosso, in quanto, tra le sculture del Paleolitico, questo è il ritratto "intenzionale" scolpito più grande che conosco e anche il più antico.


IL CONCETTO DI RITRATTO

Nel'arte di tutti i tempi, la raffigurazione della testa può essere un ritratto, oppure può non esserlo, come nel caso di una testa raffigurata in stile geometrico.
Il ritratto può essere "intenzionale" oppure "fisionomico".
Il ritratto "intenzionale" è il più diffuso nell'arte di tutti i tempi e di tutto il mondo; per esempio, presso gli Egizi, il ritratto è sempre stato "intenzionale".
Il ritratto "fisionomico", cioè quello che permette di riconoscere individualmente la persona a cui è stato fatto, dalla preistoria ai nostri giorni è estremamente raro. Il ritratto "fisionomico" lo troviamo soltanto presso i Greci, dove era molto raro; presso i Romani, dove, per breve tempo, ha avuto vivo favore; nel Medio Evo in Europa è presente, non nell'arte religiosa, ma nella scultura funeraria, e infine, col Rinascimento, in Europa, inizia ad essere frequente.

Il ritratto della scultura di Borzonasca è un ritratto "intenzionale" molto importante, in quanto di competenza della paleoantropologia, anche se ai paleoantropologi potrebbe non interessare.


LA SCULTURA ANTROPOMORFA E LA PALEOANTROPOLOGIA

I reperti di crani umani, datati da 400.000 a 150.000 anni, sono costituiti tutti da frammenti. Non è stato trovato ancora un cranio completo. Questi frammenti, che dapprima erano attribuiti ad Homo erectus, adesso in parte sono attribuiti ad Homo sapiens arcaico.
Di questi uomini, in gran parte, non si sa ancora chi avesse una cultura materiale acheuleana (industria con bifacciali), e chi una cultura materiale clactoniana (industria su scheggia).
Le sculture antropomofe del Paleolitico inferiore, di ogni tipo, ma in particolare quelle come questa di Borzonasca, che sono ritratti "intenzionali", dovrebbero essere oggetto di studio da parte dei paleoantropologi, in quanto i dati che si possono rilevare sono numerosi. Infatti, da una parte ci sono frammenti di cranio e le loro ricostruzioni, mentre dall'altra parte, con le sculture di teste umane, ci sono immagini prodotte dall'uomo preistorico, che equivalgono a fotografie, che, anche se vagamente deformate, forniscono sempre indicazioni sui tratti anatomici. L'indagine, in ogni disciplina, deve essere fatta su tutti i fronti possibili.

DESCRIZIONE DELLA SCULTURA DI BORZONASCA

La scultura raffigura due teste umane unite per la nuca, (Fig. 4 laterale A e B, Fig. 7 laterale B e A), una imberbe (Fig. 1, 2, 3, lato A) e una barbuta (Fig. 6 lato B).
La testa imberbe ha assenza di fronte, di mento, e mandibola rientrante verso l'alto; ha i due occhi, la bocca e il naso largo; e si può considerare un ritratto "intenzionale".
La testa barbuta ha raffigurati soltanto parzialmente i tratti del volto; ha assenza di fronte, cioè fronte sfuggente, e una barba molto allargata (la descrizione di un'altra testa barbuta si trova in questo magazine: "Una scultura litica antropomorfa bifronte del Paleolitico inferiore della Danimarca", P.Gaietto).
L'occhio della testa barbuta è costituito da una incisione lineare nella vena bianca e larga della pietra (Fig. 7 lato B), da cui si diparte la fronte sfuggente, che termina appuntita con il congiungimento della nuca con la testa imberbe.

Misure: lungh. 29 cm, alt. 21 cm, largh. Massima 14 cm, incavo sotto le mandibole alt. Massima 3,5 cm.
L'attribuzione alla cultura materiale è il Paleolitico inferiore finale, ma non è ancora stato stabilito se sia Acheuleano finale o Clactoniano finale, in quanto non sono state trovate industrie associate.
La datazione relativa, desunta dall'attribuzione della cultura materiale, è compresa tra i 400.000 e i 200.000 anni.
La testa imberbe potrebbe essere quella di una femmina, mentre quella barbuta di un maschio.


LE FOTOGRAFIE DELLA SCULTURA DI BORZONASCA

La scultura è fotografata in otto pose consecutive da sinistra verso destra.




Fig. 1) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
Testa umana imberbe
Vista frontale lato A




Fig. 2) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
Testa umana imberbe
Vista semifrontale destra lato A




Fig. 3) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
Testa umana imberbe
Vista semifrontale sinistra lato A
e sul retro parte della testa lato B




Fig. 4) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
Due teste umane unite per la nuca,
vista laterale A e B, testa umana imberbe lato A,
testa umana barbuta lato B




Fig. 5) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
Testa umana barbuta,
vista semifrontale lato B destro
e sul retro parte della testa imberbe lato A




Fig. 6) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
Testa umana barbuta,
vista frontale lato B
e sul retro a sinistra parte della testa imberbe lato A




Fig. 7) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
Due teste umane unite per la nuca,
a sinistra testa barbuta lato B
a destra testa imberbe lato A




Fig. 8) Scultura del Paleolitico inferiore di Borzonasca
a destra vista semifrontale della testa imberbe lato A
sul retro parte della testa barbuta lato B


LE CARATTERISTICHE DELL'AUTENTICITA'

Nella posta relativa al sito del Museo delle Origini dell'Uomo, che pubblica prevalentemente scultura del Paleolitico inferiore e medio, ricevo periodicamente lettere di persone che si interrogano sui modi per determinare l'autenticità di queste sculture litiche, e potrebbero farlo anche per questa di Borzonasca. A questa domanda rispondo facendo notare che, finchè non sarà operante l'archeoarteologia, con nuovi studiosi che facciano proprie ricerche, e discutano anche i reperti esistenti, con l'apporto di nuove opinioni, questo stato di incertezza e di dubbio generalizzati continueranno ad esistere.
Devo ricordare che, fino ad oggi, la paletnologia ha rivolto le sue ricerche prevalentemente alla cultura materiale, e mai alla scultura del Paleolitico inferiore e medio. Inoltre, le poche scoperte di sculture del Paleolitico ineriore, reperite in siti in cui è stata possibile la datazione assoluta, anche se studiate da importanti paleoantropologi e paletnologi, non hanno dato slancio alla ricerca, in quanto accolti dal mondo scientifico con indifferenza. Quindi, questi importanti studi sono finiti nel dimenticatoio, e altri, è auspicabile che non vi entrino.

La scultura di Borzonasca è la tipica scultura antropomorfa bifronte della fase finale del Paleolitico inferiore, cioè l'Acheuleano finale o forse il Clactoniano finale, detto anche evoluto. Si tratta di una tipologia che è stata trovata copiosamente in sculture più piccole in selce, con tecniche di lavorazione e patina, in tutto simili ad utensili in selce, con cui sono state trovate associate, e di cui è possibile la datazione per tipologia.
In questa scultura di Borzonasca la lavorazione si deduce dalla modellazione, e, nonostante il lieve danneggiamento da fluitazione, sono visibili tracce di asportazione del materiale, che, in fotografia sono visibili nel volto barbuto (fig. 6 lato destro); queste tracce sono incisioni verticali da colpi.
Il colore bianco delle striature della pietra non influisce sulla raffigurazione.


LA VITA SPIRITUALE


La funzione della scultura è nei riti di culto, relativamente ai quali sono poche anche le ipotesi, e di cui ho trattato più volte nei miei scritti, e quindi per questa scultura vale quanto detto per altre sculture di questa fase culturale.

La testa barbuta (Fig. 6 lato sinistro) ha sotto la fronte un triangolo scolpito in rilievo di 2 cm. di lato, collocato nella zona orbitale, come se fosse un occhio. Il triangolo è perfetto. Me ne sono accorto adesso descrivendola. E' sorprendente. Proseguirò lo studio e riferirò le conclusioni, se ci saranno. Non ero preparato a trovare un simbolo in un'epoca così antica. L'unico mio pensiero è che questo triangolo sia un simbolo, ma al momento non ho la minima idea di che simbolo possa trattarsi.




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