PALEOLITHIC ART MAGAZINE

EUROPA



L'ORIGINE DELL'ARTE DECORATIVA E' NELL'ACHEULEANO

Pietro Gaietto

L'arte decorativa del Paleolitico si può classificare in tre parti :
- arte applicata all'abbellimento degli utensili,
- arte ornamentale della persona (collane, pendenti, ecc.)
- decorazione di "manufatti non utilitari", di cui non si conosce l'uso.
Gli oggetti decorati reperiti nella seconda metà del '900 provengono quasi tutti da scavi, e quindi hanno un'attribuzione culturale, e sono datati.
Gli utensili abbelliti appartengono all'Acheuleano, al Solutreano e al Maddaleniano .
Gli utensili più belli sono i propulsori del Maddaleniano, che sono autentiche sculture, e vere e proprie opere d'arte.
Non esistono utensili abbelliti nel Musteriano, nell'Aurignaziano, nel Gravettiano e nell'Aziliano.
L'unico oggetto ornamentale, che accomuna queste sei civiltà, dal Musteriano all'Aziliano, è il dente forato, usato per far collane. Tutti i denti forati sono di animali.



LE INDUSTRIE LITICHE ACHEULEANE

La tipologia delle industrie litiche acheuleane è molto varia, ed è composta da amigdale e utensili su scheggia, che servivano per tagliare, raschiare, ecc.
L'amigdala è un utensile multiuso, ma il suo vero uso non si conosce. Nell'800 era definita "ascia a mano".
Vari autori negli ultimi 50 anni hanno rilevato che "le amigdale dell'Acheuleano sono più belle del puro necessario".
Al contrario gli utensili litici usati per tagliare, raschiare, ecc., e non solo quelli dell'Acheuleano, ma di tutto il Paleolitico, sono strettamente funzionali e non hanno alcun abbellimento. Questo si riscontra anche in utensili dei tempi storici; per esempio una spada o un pugnale hanno il manico abbellito, mentre i coltelli di un macellaio o di un calzolaio, sono strettamente funzionali, senza abbellimenti


Fig.1 Fig.16 Fig.17


Amigdala acheuleana
Selce, alt. cm. 12, largh. cm. 6, spessore cm. 5, peso kg. 0,250.
Provenienza Rodi Garganico (Prov. Foggia, Italia)
Secondo la classificazione di G.Camps (1979), posso attribuirla ai bifacciali spessi, tipo B5 micocchiano.
Questa amigdala, secondo la mia interpretazione è zoomorfa, e raffigura una testa di uccello con lungo becco.
Le fotografie e il disegno sono disposti in posizione verticale come in uso per le amigdale, ma nelle foto seguenti (Fig. 18, 19, 20, 21, 22) l'amigdala viene disposta in posizione orizzontale per far vedere meglio la testa dell'uccello nella posizione naturale.
Fig. 1
Vista del lato piano dell'amigdala, che corrisponde al piano inferiore nella posizione di vista della testa dell'uccello (vedi : Fig. 18, 19, 20, 21, 22)
Fig. 16
Disegno della vista laterale. La parte tagliente è quella appuntita, che misura meno della metà della lunghezza dell'amigdala.
Fig. 17
Vista del retro del lato piano, che è totalmente in rilievo, e costituisce nella versione orizzontale la testa dell'uccello con il lungo becco.




L'AMIGDALA

Nella paletnologia il termine "amigdala" è stato giustamente sostituito da "bifacciale", ma io continuo ad usare il termine amigdala perchè mi piace di più.
La forma delle amigdale è varia. G.Camps (1979) ne ha classificato 19 tipi. Ognuno di questi tipi ha tradizioni diverse nell'immensità di tempo dell'Acheuleano, e nell'immensità della distribuzione geografica.
I disegni di queste amigdale sono riportati nel recento libro del Prof. Alberto Broglio "Introduzione al Paleolitico" (Laterza, Roma - Bari, 1998). In questo libro è accuratamente descritta anche tutta l'arte applicata agli utensili e agli oggetti ornamentali in osso e avorio del Paleolitico superiore, che sono stati trovati negli scavi, con precisa descrizione del contesto culturale, e con le datazioni. E' un'opera consigliabile per tutto il Paleolitico.



L'AMIGDALA INTERPRETATA COME ARMA

L'ipotesi dell'amigdala interpretata come un'arma, che pongo, si basa sulla considerazione che essa venisse trasportata nei viaggi che l'uomo quotidianamente faceva, e per questo veniva abbellita.
Come arma, poteva avere uso come utensile ausiliario delle lance di legno nella caccia ai grandi mammiferi.
Ad Ambrona, in Spagna, una cinquantina di elefanti furono uccisi e squartati sul posto, e il deposito ha reso un buon numero di amigdale, degli "hachereaux" su scheggia, come pure altri utensili su scheggia.
A Torralba, vicino ad Ambrona, nel giacimento con resti di elefanti, sono stati trovati numerosi frammenti di legno lavorato nell'Acheuleano, che probabilmente facevano parte delle attrezzature di caccia.
C'è da domandarsi come facevano, senza amigdale, gli uomini di altre civiltà, come quella clactoniana, in altre zone del pianeta, dato che cacciavano gli stessi animali; ma probabilmente avevano utensili di legno sostitutivi.
L'origine dell'amigdala è nel "chopping-tool" olduvaiano, di cui probabilmente, anche dopo varie centinaia di migliaia di anni, ha conservato, almeno in parte, l'uso originario.
Con la fine dell'Acheuleano l'amigdala va in disuso, cioè l'uomo non la produce più.
L'amigdala, intesa come arma da viaggio, si può ipotizzare all'origine del pugnale, almeno per i tipi appuntiti, in quanto poteva essere usata per difesa e per attacco. Questo possibile uso è sempre stato una necessità, che si controlla in certi periodi, e non in altri della vita dell'uomo.



L'ARTE APPLICATA ALL'ABBELLIMENTO DELL'AMIGDALA

Sono convinto che l'amigdala fosse uno strumento di prestigio, e perciò abbellito; comunque, l'abbellimento non era privazione della funzionalità propria dell'uso per cui era prodotta.
I 19 tipi di amigdale, che G.Camps ha classificato, testimoniano la varietà di stili che era presente nel pianeta durante l'Acheuleano.
La forma dell'amigdala è stile, cioè il linguaggio dell'abbellimento nell'arte.
Per esempio, se prendiamo in esame 19 brocche in terracotta delle stesse dimensioni, di differenti civiltà del Mediterraneo antico, non tenendo in considerazione la superficie dipinta o colorata, vediamo che hanno 19 forme diverse, cioè diverso stile, ma la funzione è la stessa, cioè contenere acqua.
Presso alcune di queste civiltà sono state fatte anche brocche in terracotta con la forma della testa umana, e con la forma di testa di animali.
Nell'Acheuleano ci sono amigdale con la forma di testa umana (Fig.3, 4, 6, 7, 9, 10, 12, 13), e con la forma di testa di animale.

Le amigdale antropomorfe sono di due tipi. Un tipo raffigura due teste umane con sguardo in direzione opposta, l'altro tipo una sola testa umana.
Le amigdale antropomorfe, secondo la mia attribuzione, che si possono riscontrare nella classificazione di Camps, sono le seguenti :
A. Bifacciali piatti
-- 3) subtriangolare (Fig.2)
-- 4) cuoriforme (Fig.5)
in questi tipi la dimensione delle teste, dal basso verso l'alto, occupa circa 2/3 dell'altezza
B Bifacciali spessi
-- 4) lanceolato (Fig.8)
-- 5) micocchiano (Fig.11)
in questi tipi la dimensione delle teste, dal basso verso l'alto, occupa circa 1/3 dell'altezza.
Nella classificazione di Camps esistono altri due tipi che probabilmente derivano dalle amigdale A3 e A4, in cui viene abbandonata la raffigurazione antropomorfa, ma resta la struttura generale e sono le seguenti :
A. Bifacciali piatti
-- 1) triangolare (Fig.14)
-- 2) triangolare allungato (Fig.15)
Questa è un'ipotesi, che merita verifiche approfondite.



Fig.2 Fig.3 Fig.4


Fig.2 Amigdala acheuleana
Da G.Camps (1979) è stata classificata tra i bifacciali piatti : tipo A3 subtriangolare.
Fig. 3 Simulazione di amigdala antropomorfa bifronte.
Fig. 4 Simulazione di amigdala antropomorfa.
(Fig. 3 e Fig. 4 : in questi due tipi le teste occupano circa 2/3 dell'altezza. I disegni raffigurano il profilo della testa che si trova nella parte tagliente dell'amigdala. Gli occhi e la bocca non esistono nell'amigdala, in quanto la tecnica di lavorazione è di asportazione delle schegge, ma sono stati disegnati come indicazione per l'individuazione. La ricerca di questo tipo di amigdale deve essere indirizzata sul tipo A3 subtriangolare, Fig. 2)




Fig.5 Fig.6 Fig.7


Fig. 5 Amigdala acheuleana
Da G.Camps (1979) è stata classificata tra i bifacciali piatti : tipo A4 cuoriforme.
Fig. 6 Simulazione di amigdala antropomorfa bifronte.
Fig. 7 Simulazione di amigdala antropomorfa.
(Fig. 6 e Fig. 7 : in questi due tipi le teste occupano circa 2/3 dell'altezza. I disegni raffigurano il profilo della testa che si trova nella parte tagliente dell'amigdala. Gli occhi e la bocca non esistono nell'amigdala, in quanto la tecnica di lavorazione è di asportazione delle schegge, ma sono stati disegnati come indicazione per l'individuazione. La ricerca di questo tipo di amigdale deve essere indirizzata sul tipo A4 cuoriforme, Fig. 5).





Fig.8 Fig.9 Fig.10


Fig. 8 Amigdala acheuleana
Da G.Camps (1979) è stata classificata tra i bifacciali spessi : tipo B4 lanceolato.
Fig. 9 Simulazione di amigdala antropomorfa bifronte.
Fig. 10 Simulazione di amigdala antropomorfa.
(Fig. 9 e Fig. 10 : in questi due tipi le teste occupano circa 1/3 dell'altezza. I disegni raffigurano il profilo della testa che si trova nella parte tagliente dell'amigdala. Gli occhi e la bocca non esistono nell'amigdala, in quanto la tecnica di lavorazione è di asportazione delle schegge, ma sono stati disegnati come indicazione per l'individuazione. La ricerca di questo tipo di amigdale deve essere indirizzata sul tipo B4 lanceolato, Fig. 8).






Fig.11 Fig. 12 Fig.13


Fig. 11 Amigdala acheuleana
Da G.Camps (1979) è stata classificata tra i bifacciali spessi : tipo B5 micocchiano.
In questa tipologia, come in altre classificate da Camps, si possono trovare oltre a raffigurazioni antropomorfe, anche raffigurazioni zoomorfe.
Fig. 12 Simulazione di amigdala antropomorfa bifronte.
Fig. 13 Simulazione di amigdala antropomorfa.
(Fig. 12 e Fig. 13 : in questi due tipi le teste occupano circa 1/3 dell'altezza. I disegni raffigurano il profilo della testa che si trova nella parte tagliente dell'amigdala. Gli occhi e la bocca non esistono nell'amigdala, in quanto la tecnica di lavorazione è di asportazione delle schegge, ma sono stati disegnati come indicazione per l'individuazione. La ricerca di questo tipo di amigdale deve essere indirizzata sul tipo B5 micocchiano, Fig. 11)





Fig.14 Fig.15


Amigdale acheuleane
Da G.Camps (1979) sono state classificate tra i bifacciali piatti :
Fig. 14 Tipo A1 triangolare
Fig. 15 Tipo A2 triangolare allungato
(I bifacciali piatti e i bifacciali spessi rientrano in due tradizioni culturali differenti. Questi due tipi di amigdale, si ipotizza che potrebbero derivare dalle amigdale antropomorfe, in una fase ipotetica di cessazione della raffigurazione antropomorfa, quasi certamente legata a riti di culto. Queste due amigdale sono qui pubblicate, come indizio da non trascurare nella ricerca per individuare l'eventuale processo di trasformazione.)




L'abbellimento dell'amigdala acheuleana, nel nostro giudizio, deve riguardare esclusivamente la forma e non il colore della pietra, in quanto ci sono zone dove le pietre hanno colori belli, e sono anche multicolori, e altre zone dove hanno un unico brutto colore, ma le amigdale sono altrettanto belle di forma.
Il concetto di bellezza della forma, nel nostro giudizio, si basa anche su valutazioni estetiche, con paralleli con altri utensili puramente funzionali, che non hanno alcun abbellimento.
La bellezza è (ed era) nell'elaborazione della forma, che in parte è dovuta alla funzionalità, e in parte a fattori estetici.
Per quanto riguarda le amigdale antropomorfe e zoomorfe, la raffigurazione può essere più o meno realistica; che non vuol dire più o meno bella, comunque, le amigdale antropomorfe e zoomorfe che ho visto, hanno tutte un buono standard di qualità.
E' necessario tenere presente che nelle amigdale la raffigurazione di ogni testa umana riguarda solo il profilo laterale della testa, dalla fronte alla parte anteriore della mandibola; mentre nelle amigdale tipo A3 e B4 in taluni casi è accennata la rientranza della mandibola. Sopra alle teste si erge la punta dell'amigdala.


Conosco una sola amigdala zoomorfa acheuleana, che ho reperito 20 anni fa nell'entroterra di Rodi Garganico (Prov. Foggia, Italia). Raffigura una testa di uccello, simile all'anatra.

I tipi di amigdale acheuleane che non sono antropomorfe o zoomorfe sono 15, con 15 forme differenti, dove l'unica variazione è la dimensione, cioè ogni tipo può essere più lungo o più corto.
Questi 15 tipi di amigdale le definisco "multiformi", per distinguerle da quelle antropomorfe e zoomorfe
L'abbellimento delle amigdale multiformi rientra pienamente nell'arte, in quanto è l'elaborazione armoniosa di una forma, e quindi ha molti stili.
Questi stili si capiscono meglio nell'arte figurativa, dove una testa umana viene fatta da ogni popolo in modo differente, cioè in diverso stile.
L'applicazione artistica delle amigdale si può suddividere, quindi, in figurativa e astratta.
Nei periodi storici (ma anche in manufatti su osso e avorio del Paleolitico superiore) l'arte astratta nella decorazione degli oggetti si presenta in due aspetti :
- elaborazione di una forma armoniosa,
- grafica geometrica .
Per esempio, una brocca di terracotta per l'acqua può essere dipinta con motivi geometrici, e quindi ci sono due stili che rientrano nell'astrattismo.
Se la brocca è dipinta con soggetti figurativi, c'è la comunione di uno stile astratto e di uno stile figurativo.

Come vedremo più avanti, nell'Acheuleano sono state prodotte decorazioni geometriche con la tecnica di incisione su osso.

Tutte le amigdale, comprese quelle antropomorfe e zoomorfe, hanno forme strutturali geometriche, che sono integrate con la tecnica di lavorazione, con la funzionalità, che è motivo principale di questo utensile, e con l'applicazione artistica.
Le amigdale sono state fatte in pietra dura, e non risultano amigdale che siano state ulteriormente abbellite con incisioni di motivi geometrici.





Fig. 18 Amigdala zoomorfa acheuleana
Lung. cm. 12, largh. cm. 6, alt. cm. 5, già vista in posizione verticale Fig. 1, 16, 17.
Raffigura una testa di uccello con lungo becco. Vista laterale sinistra.
(Vedere disegno Fig. 19).






Fig. 19 Amigdala zoomorfa acheuleana
Raffigura una testa di uccello con lungo becco.
(Disegno della vista laterale sinistra : Fig. 18, con l'occhio, che non esiste nell'amigdala, ma indica il punto in cui deve essere immaginato per capire meglio la testa dell'uccello raffigurato).






Fig. 20 Amigdala zoomorfa acheuleana
Raffigura una testa di uccello con lungo becco.
Vista laterale destra. (Retro della vista laterale sinistra : Fig. 18).







Fig.21 Fig. 22


Fig. 21 Amigdala zoomorfa acheuleana
Raffigura una testa di uccello con lungo becco.
Vista semifrontale.
Fig. 22 Amigdala zoomorfa acheuleana
Raffigura una testa di uccello con lungo becco.
Vista frontale
(in questa fotografia si vede la curvatura della testa dell'uccello raffigurato, che corrisponde alla parte massima dell'impugnatura dell'amigdala).





COME INDIVIDUARE LE AMIGDALE ANTROPOMORFE E ZOOMORFE

Tra gli utensili litici del Paleolitico inferiore, l'amigdala acheuleana è stata forse la più studiata.
F. Bordes ha proposto di rilevare per ciascuna amigdala una serie di misure : lunghezza massima, larghezza massima, distanza tra lunghezza massima e base, ecc. (vedi A.Broglio, op. cit.).
G. Camps ha classificato 19 tipi di amigdale.
Le prime amigdale furono scoperte nel 1797 da John Frere a Hoxne (Suffolk).
Nelle mani dei paletnologi in due secoli di ricerca, sono passate, probabilmente, decine di migliaia di amigdale, che sono state studiate.
A questo punto, giustamente, il lettore si domanderà il motivo per cui non sono state identificate amigdale antropomorfe e zoomorfe.
E' una domanda lecita che merita una risposta.

Nell'800 la paletnologia si forma come scienza sullo studio degli utensili litici, e non sull'arte paleolitica, che verrà scoperta decenni dopo, quando lo studio sugli utensili sarà già bene consolidato. Ne consegue, che è rimasta una tradizione di esclusione dell'arte in generale.
Circa 40 anni fa, un paletnologo mi disse che la bellezza di un'amigdala la vediamo noi, ma non era voluta (dagli Acheuleani), in quanto conseguenza della sua funzionalità. Certamente, questa era la mentalità di allora.
Oggi dopo le classificazioni di Camps, il concetto di funzionalità dovrebbe essere messo in discussione. Per esempio, la differenza tra l'amigdala "triangolare A1" e l'amigdala "discoide A9" è abissale. Quindi, funzionalità sempre, ma anche arte applicata !

Si può fare un parallelismo su questo tipo di difficoltà con l'interpretazione dei dipinti in grotta del Paleolitico superiore, che, superate le diffidenze di falso della fine dell'800, sono state molte. Alcune interpretazioni sono state riconosciute da tutti, e altre non lo sono state, ma ormai nessuno mette in dubbio l'autenticità dei dipinti.
L'autenticità delle amigdale non può essere messa in dubbio, mentre resta l'interpretazione delle amigdale antropomorfe e zoomorfe.

Il grande Jacques Boucher de Perthes (1788 - 1868), che vedeva immagini scolpite dappertutto, non ha indagato sulle amigdale antropomorfe e zoomorfe, in quanto aveva suddiviso i suoi reperti in industrie e arte; ma forse, anche perchè, nonostante la vastità culturale delle sue visioni, mescolare industrie e arte non era logico.

Se i paletnologi nella seconda metà del '900 non hanno interpretato le amigdale antropomorfe e zoomorfe, pur avendone avuto la possibilità, i motivi sono almeno due : 1°) perchè non si sono posti il problema; 2°) probabilmente, perchè in alcuni è radicata la convinzione che l'uomo dell'Acheuleano non può dare più di tanto.
Non è escluso che, ancor oggi, ci siano paletnologi, che di fronte ad amigdale antropomorfe e zoomorfe, ne neghino l'evidenza, con motivazioni che non riesco a prevedere.
Affrontare questo problema di interpretazione, quindi, è un'impresa disperata, ma interessante, e poi.......la scienza deve andare avanti.

Ho visto alcune decine di amigdale antropomorfe, circa 25 - 35 anni fa, in vari piccoli musei francesi di provincia, che esponevano molte amigdale.
Chi vuole documentarsi e fare ricerca, dovrebbe avere accesso ai laboratori e ai magazzini dei musei, perchè con i nuovi concetti museografici, ne vengono esposte sempre meno.
In Italia, uno dei più importanti musei di preistoria, in cui da giovane avevo visto nelle vetrine molte amigdale (allora non immaginavo che potessero esistere amigdale antropomorfe), l'ho visitato di recente, e nelle vetrine non c'erano più amigdale, ma solo un paio di copie.
Queste copie, credo siano fatte in gesso, e poi sono verniciate; quindi, non si vedono le tracce di lavorazione, e neanche le parti che, eventualmente, non sono state lavorate, non si vede il filo tagliente, e l'amigdala appare arrotondata. Da una copia è difficile stabilire se un'amigdala è antropomorfa o non lo è.

La ricerca si può condurre anche su disegni e fotografie che si trovano sui libri.
Il disegno, se è fatto bene, permette di individuare un'amigdala antropomorfa; tuttavia, se il disegnatore non sa che è antropomorfa, non pone l'accento su piccoli particolari, e questo ne diminuisce l'evidenza. Comunque, prima di individuare un'amigdala antropomorfa da un disegno su un libro di paletnologia, è necessario averne vista almeno una, e meglio ancora averla avuta in mano.
L'individuazione nella fotografia a colori è più facile, ma non sempre.



L'AMIGDALA NEI RITI DI CULTO

Anche i paletnologi hanno un "cuore" legato all'estetica,quindi, quando trovano un'amigdala, è sempre più emozionante di quando trovano piccoli utensili su scheggia; anche perchè questi sono numerosi, mentre le amigdale sono rare. Per questo, è lecito domandarsi, il motivo per cui l'uomo ha smesso di fare amigdale, e non ha smesso di fare gli utensili su scheggia che ha sempre fatto, e che troviamo in tutte le civiltà successive del Paleolitico.
Io credo che nelle attività umane non esista, in senso stretto, né un'origine né una fine.
Ipotizzo, che nell'Acheuleano evoluto, verso la sua fine, l'amigdala iniziasse ad entrare in disuso per fini puramente utilitari, ma conservando la sua importanza nei riti di culto. Questa ipotesi si basa sulla produzione delle amigdale antropomorfe e zoomorfe, i cui soggetti : testa di animale, testa umana e testa umana bifronte, si prestano all'ipotesi di soggetti di culto. E' accertato che i culti durano più a lungo della tecnica.

Sull'uso delle amigdale nel rito, faccio un parallelismo con i propulsori di giavellotti ricavati da corno di renna nel Maddaleniano, prendendo in esame i due più noti. Uno proviene dalla Grotta dei Trois Frères (Ariege) ed è una scultura molto realistica che raffigura due stambecchi che stanno lottando con straordinaria energia; l'altro è il "cerbiatto con gli uccelli", scoperto nel 1941 da Saint-Just Péquart nel Mas d'Azil : "un giovane cerbiatto, puntandosi con forza sulle quattro zampe, volge la testa verso la sua parte posteriore, mentre la coda sollevata, espelle da uno sfintere straordinariamente dilatato una voluminosa fatta ove stanno appollaiati due uccellini"(Furon).
Mi resta difficile immaginare che propulsori di tanta bellezza e forza descrittiva, fossero usati per andare a caccia sui monti tanto impervi, che sono intorno alla zona delle grotte, e, questo, pur considerando i Maddaleniani, uomini molto raffinati.
Sono portato a supporre, invece, che questi propulsori fossero usati per gare, per gioco, per cerimonie, o per riti di culto.
Stessa supposizione vale anche per le amigdale antropomorfe e zoomorfe dell'Acheuleano, in quanto, anche se la qualità artistica è inferiore, l'impegno che l'uomo ha usato nella realizzazione, si equivale alle produzioni del Maddaleniano.



ORIGINE, CONTEMPORANEITA' E TRASFORMAZIONE DELLE AMIGDALE ANTROPOMORFE

Stabilire se un'amigdala è antropomorfa o zoomorfa è relativamente facile, se si affronta il problema, in quanto si vede chiaramente, e il giudizio è individuale. Ovviamente, per maggiori rassicurazioni, o per stabilire una tipologia, occorrono più amigdale dello stesso tipo, e anche più opinioni a favore.
Maggiori difficoltà si incontrano, per affrontare altri problemi che le amigdale antropomorfe e zoomorfe comportano, nel momento stesso in cui tutti gli interessati (o quasi) sono d'accordo sulla loro validità. Questi sono problemi, che il singolo ricercatore non può risolvere, anche se è un bravo detective del Paleolitico, ma che si possono risolvere solo con il lavoro allargato di molti paletnologi, anche attraverso scavi. I due principali problemi da risolvere sono :
1) Accertare se, in un certo territorio, i costruttori di un certo tipo di amigdale multiformi (arte applicata astratta) producevano anche amigdale antropomorfe o zoomorfe (arte applicata figurativa). Questo può permetterci con maggiore sicurezza di ipotizzare se le amigdale antropomorfe oppure zoomorfe erano utilizzate in riti di culto.
2) Stabilire se alcune amigdale multiformi (arte applicata astratta) derivino da alcuni tipi di amigdale antropomorfe (arte applicata figurativa).
Questo potrebbe essere un processo inverso da non trascurare nell'indagine, in quanto l'ipotesi di trasformazione dell'amigdala, da antropomorfa (A3 - A4) a triangolare (A1 - A2) potrebbe essere motivato da un soggetto di culto abbandonato per altri culti, e perciò viene meno la necessità della raffigurazione antropomorfa sull'amigdala.

Secondo i miei studi sulla scultura antropomorfa rappresentativa del Paleolitico inferiore (che esulano da questo scritto) sono portato a credere che le amigdale antropomorfe potrebbero essere state prodotte per tutto l'Acheuleano, in considerazione che lo sono state anche le sculture antropomorfe, nell'Europa occidentale.




LA FINE DELL'AMIGDALA

Nell'indagine archeologica generalmente si conosce la fine, ma non l'origine; con l'amigdala acheuleana succede il contrario, in quanto conosciamo l'origine, e non conosciamo la fine, e neanche le cause della fine.

L'amigdala acheuleana deriva dall'amigdala abbevilliana, che a sua volta deriva dal chopping-tool olduvaiano.
La maggior parte delle amigdale acheuleane, in particolare quelle dell'Acheuleano finale, sono così belle, che si possono considerare arte pura.
Nell'Abbevilliano, tuttavia, ci sono amigdale, che per proporzioni e struttura generale, fanno già intravvedere un senso del "buon gusto", che non era presente nei precedenti chopping-tools, e in quelli che venivano fatti in parallelo alle amigdale.

Le cause della fine dell'amigdala devono essere risolte con dati statistici di scavo. Comunque, il problema potrebbe anche essere risolto, almeno parzialmente, individuando utensili, il cui uso era migliore delle amigdale, cioè fare ricerca sull'uso, anche se l'utensile non è ancora stato individuato. Questo in considerazione del fatto che l'uomo ha sempre avuto, anche se lentamente, un progresso tecnico.



LA DECORAZIONE ASTRATTA CON LA GRAFICA GEOMETRICA

Come è noto, nella storia dell'umanità, la scultura è nata prima della pittura.
La scultura litica è stata strettamente legata, nella tecnologia, alla produzione degli utensili, fin dalle origini dell'Uomo.
La grafica geometrica inizia con l'incisione, per diventare disegno, e, dopo, disegno dipinto, fino agli splendidi dipinti del Maddaleniano, e fino ai nostri giorni.
La decorazione astratta con grafica geometrica non ha mai smesso di esistere.
La prime manifestazioni di incisioni geometriche provengono dall'Acheuleano, e sono assai semplici, ma dimostrano che l'uomo attraverso l'invenzione di nuove tecniche riusciva ad esprimere dei desideri.

Nel giacimento di Bilzingsleben, in Germania, sono stati trovati due manufatti acheuleani di cui non si conosce l'uso, costituiti da un frammento di tibia e da una costola di elefante. Questi due oggetti presentano incisioni intenzionali. Il più interessante di questi è il frammento di tibia che mostra una superficie con sette incisioni divergenti al centro e due gruppi di sette incisioni ciascuno, disposte simmetricamente, lateralmente. (vedi per l'immagine : A.Broglio, op. cit.).
Questi reperti sono stati datati tra 350.000 e 220.000 anni.


CONCLUSIONE

Sull'arte ornamentale della persona nell'Acheuleano non sappiamo niente, in quanto non sono state trovate sepolture. Neanche un dente forato, come, invece, ne sono stati trovati in abbondanza nei periodi successivi; quindi, non sappiamo neppure se già si facessero buchi nell'osso e nel legno, in quanto non ci sono reperti.

L'analisi dell'arte applicata agli utensili si svolge totalmente sulla tipologia delle amigdale, dove predomina numericamente l'amigdala multiforme, seguita dall'amigdala antropomorfa e da quella zoomorfa.
I reperti a disposizione sono numerosissimi, in quanto sono due secoli che si raccolgono amigdale, e i musei di preistoria ne sono pieni.
Restano da fare accertamenti su vasta scala, su questi reperti, per accertare quantità e tipologia delle amigdale antropomorfe e zoomorfe, e probabilmente sarà una tipologia numerosa.
Questo è possibile farlo perchè il materiale esiste.
Maggiori difficoltà esistono nello studio delle incisioni dell'Acheuleano, in quanto quelle a disposizione sono poche, quasi niente, e non è facile trovarne altre.

L'Acheuleano, almeno finchè non verrà suddiviso in facies locali (anche seguendo la tipologia delle amigdale) resta, rispetto alle civiltà successive, la civiltà che ha maggior distribuzione geografica e maggior durata.

Abbiamo visto che i "filoni" dell'arte applicata nel Paleolitico, dopo l'Acheuleano, sono due : uno che esiste con il Solutreano e il Maddaleniano (che possono essere divisi in altri due "filoni", in quanto il Solutreano ha arte applicata astratta su pietra, mentre il Maddaleniano ha arte applicata figurativa su osso), e un "filone" che non esiste, in quanto non ha arte applicata agli utensili, e comprende il Musteriano, l'Aurignaziano, il Gravettiano e l'Aziliano.

L'origine dell'arte decorativa è nell'Acheuleano, ma questa origine va intesa come un insieme di origini, differenti nel tempo e nello spazio, che riguardano (in varia misura arte applicata e arte ornamentale) il Musteriano, L'Aurignaziano, il Gravettiano, il Solutreano, il Maddaleniano e l'Aziliano.
Queste civiltà, che sono quelle che meglio conosciamo, infatti, si susseguono (in Europa) in ordine cronologico, ma NON in ordine di evoluzione culturale.
Se i paletnologi riusciranno a stabilire le varie civiltà che hanno costituito l'Acheuleano nel pianeta, sarà possibile trovare l'origine delle civiltà del Paleolitico medio e del Paleolitico superiore.
E' un lavoro di interpretazione, in cui le amigdale hanno notevole importanza.

E' necessario fare anche un lavoro di revisione sui reperti del Paleolitico medio e del Paleolitico superiore, in quanto, ci sono civiltà che sicuramente sono state accoppiate ad altre sotto un'unica denominazione.
Si dovrebbe arrivare ad identificare più civiltà, che si sono evolute in parallelo, e che hanno le loro origini nell'Acheuleano.
Per esempio, io sono convinto che nel Maddaleniano chi faceva i dipinti zoomorfi in grotta, e chi faceva arte applicata figurativa con sculture su propulsori di osso, fossero due civiltà differenti, anche perchè, nell'etnografia, chi dipinge sulle pareti, non ha arte applicata su osso, e viceversa (Boscimani, Aborigeni australiani, Eschimesi, ecc.). Una terza civiltà del tempo dei Maddaleniani, datata 14.000 anni, è quella di El Juyo (Santander, Spagna) che ha dato una scultura litica zooantropomorfa bifronte, che è completamente differente per tradizione culturale dalle altre due identificate in Francia.

Identificare nuove civiltà del Paleolitico è un lavoro di interpretazione su materiale esistente.
Una civiltà nel Paleolitico superiore può avere i suoi territori di caccia confinanti con un'altra civiltà, con cui ci possono essere scambi per quanto riguarda l'acquisizione di nuove tecnologie, ma non scambi per quanto riguarda i riti di culto, e quindi l'arte.
E' possibile che due civiltà paleolitiche abbiano industrie simili, e culti e arte differenti. Ne consegue che ricerca, e interpretazione, si devono basare, oltre che sulle industrie litiche, anche sull'arte.

L'origine dell'arte decorativa è nell'Acheuleano.
Restano da individuare i collegamenti con l'arte decorativa delle civiltà successive.


BIBLIOGRAFIA


BORDES, F.,(1968, L'antica età della pietra, Il Saggiatore, Milano

BROGLIO, A:, (1998), Introduzione al Paleolitico, Laterza, Roma - Bari

CAMPUS, G.,(1979), Manuel de recherches préhistoriques, Doin, Paris



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