PALEOLITHIC ART MAGAZINE

EUROPA



GLI UTENSILI LITICI E GLI UTENSILI LIGNEI PER LA FABBRICAZIONE DI UTENSILI E SCULTURE LITICHE NELL'ACHEULEANO EVOLUTO


Pietro Gaietto


Lo studio degli utensili e della scultura dell'Acheuleano evoluto non è fine a se stesso, come lo studio di attrezzature o dell'arte dei nostri tempi, ma necessita di conoscere tutti gli aspetti della vita dell'uomo dell'Acheuleano, che non sono molti. Alcuni riguardano la vita materiale, altri quella spirituale.
Sugli studi della vita spirituale è necessario sapere distinguere ciò che è importante, in quanto scientifico, da ciò che non lo è.
Sulla spiritualità dell'uomo del Paleolitico inferiore, da pochissimi indizi, sono stati scritti fiumi di pagine. Questo tipo di letteratura, ai limiti della fantascienza, l'ho definito "fantaspiritualità".
La "fantaspiritualità", pur prendendo spunti dalla paleoantropologia e dalla paletnologia, non interpreta i processi dell'evoluzione nei culti, nell'arte, nelle religioni e nel pensiero, ma si ispira generalmente a concetti di neo-creazionismo.

Al contrario della "fantaspiritualità", che ormai conta una letteratura vastissima, per il Paleolitico, non esiste una letteratura di "fantacultura", probabilmente perchè non ci sono interessi a trattare l'argomento, ma io credo che, se esistesse, sarebbe interessante, piacevole e utile a far capire meglio la preistoria al grande pubblico, e forse a far avvicinare alla paletnologia qualche giovane.
Quando avevo poco più di 20 anni, e avevo iniziato la ricerca sulla scultura paleolitica, a Genova c'erano 5 o 6 paletnologi; con loro non andavo d'accordo perchè non volevano sentire parlare di quest'arte, anzi ridevano; e per stare insieme si doveva parlare solo di utensili e delle ossa di animali, che avevano trovato negli scavi. Oggi queste persone non ci sono più; sono morti tutti di vecchiaia; ma li rimpiango, in quanto nella mia città non ci sono più paletnologi.
Evidentemente, c'è una caduta di interessi verso la paletnologia nella città di Genova e in Liguria; al contrario, mi è stato detto che, in Giappone, la paletnologia è di grande attualità, non solo nella ricerca, ma anche presso il grande pubblico.

E' giusto che nei testi di paletnologia venga trattato solo ciò che si trova.
Purtroppo, lo studio scientifico è limitato alle sole industrie. Su ogni altro oggetto trovato, che pure rientra nella "cultura materiale", vi è segnalazione, ma non esistono degli studi costanti, e raramente delle deduzioni.

Deduzioni e ipotesi giuste dovrebbero essere fatte sempre in paletnologia.
Se negli scavi di un sito del Paleolitico superiore troviamo un ago di osso, possiamo dedurre che serviva per cucire vestiti, anche se i vestiti non sono stati trovati.
Se in una capanna ci sono due focolari, possiamo dedurre che l'uomo vi portasse la legna a pezzi, che aveva tagliato, e di cui aveva una scorta.

E' opinione diffusa che dell'Acheuleano evoluto si conoscano tutte le industrie, ma non è affatto vero; le nostre conoscenze sono molto incomplete.
Noi conosciamo tutta la tipologia dell'industria litica, ma non l'industria lignea, in quanto non si è conservata; però dell'industria lignea conosciamo l'uso.
Nei territori intorno a Torre in Pietra, Castel di Guido e Malagrotta (Lazio, Italia), Homo erectus o forse Homo sapiens arcaico, ha ucciso e macellato elefanti, rinoceronti, cavalli, uri, megaceri, orsi, cervi, come testimoniano i resti di ossa trovati negli scavi.
I piccoli utensili litici non erano adatti per uccidere animali, ma per produrre utensili lignei e attrezzature atte alla caccia.
La tipologia degli utensili lignei era certamente di gran lunga superiore alla tipologia degli utensili litici, e questo si può dedurre dai vari usi su ipotesi attendibili.
Possiamo ipotizzare che gli utensili lignei fossero composti da vari tipi di lance, diverse per diametro e lunghezza, secondo i tipi di animali da cacciare, (si conoscono alcuni pezzi di lance); da diversi tipi di trappole, senza le quali animali così grossi non si potevano catturare; utensili di legno per scavare fosse e buchi; da slitte a mano oppure barelle, per trasportare gli animali uccisi o parti di animali, dai luoghi di caccia ai luoghi di macellazione o di abitazione, visto che nei siti scavati sono presenti le ossa di animali di differenti specie; da attrezzature di legno per appendere la carne da conservare, da difendere o da essiccare.
Con gli utensili litici, si preparavano pali di legno per fare capanne, e questo è stato dedotto da buchi nel terreno fatti intorno a zone che contenevano focolari, utensili litici e ossa di animali, cioè da resti di cibo.
Dato che con le sole mani non era possibile, con gli utensili litici venivano tagliati alberi, in pezzi delle misure desiderate, per ottenere legna da ardere nei focolari dentro le capanne.
In considerazione dell'elevato grado di tecnologia raggiunto nella lavorazione del legno, è ipotizzabile che venisse costruita anche qualche altra attrezzatura per rendere la vita domestica più piacevole.
Le punte di lancia in legno e osso, che si conoscono, sono appuntite a cono, e sono state fatte con utensili di selce, e la qualità è uguale a quella che si potrebbe ottenere oggi con un coltello d'acciaio.

Con gli utensili litici si facevano utensili di legno, cioè percussori per produrre sculture litiche, e altri utensili litici.
Il percussore di legno è stato definito dai paletnologi "percussore tenero", contrapponendolo al "percussore duro" costituito da una pietra.
Il "percussore duro" veniva utilizzato per altri usi, mentre il "percussore tenero" era usato sia per fare utensili litici, sia per riaffilarli dopo l'usura, in quanto con i ritocchi per l'asportazione delle schegge la pietra non si rompe, mentre si rompe usando un percussore duro, cioè un'altra pietra.
Anche per la produzione di sculture, il "percussore tenero" permetteva di asportare modellando, senza rompere parti indesiderate della pietra.
Il percussore tenero è un pezzo di legno duro e corto, che si impugna come un martello, e si usa nello stesso modo per l'asportazione delle schegge di pietra.
Esso doveva essere prodotto, se rotondo, in diversi diametri, più piccolo per i manufatti litici piccoli, e più grande per quelli di maggiori dimensioni.
Le tecniche d'uso del percussore tenero non le conosciamo pienamente, ma si conoscono quelle che i paletnologi hanno usato per fare copie di alcuni utensili acheuleani.
Non sono mai state fatte prove per fare copie di sculture acheuleane.
Per le sculture che hanno delle asportazioni all'interno della superficie della pietra, la tecnica era diversa, cioè, non asportazione di schegge martellando, ma l'uso del percussore tenero come uno scalpello, forse appuntiro, su cui si batteva con un altro percussore.
Del percussore tenero è pensabile che non fosse più lungo della parte impugnata, ma sulle sua forma si sa ben poco (i percussori trovati di osso non sono indicativi per la forma); supponiamo invece che, dalla forma dei rami, tagliati in modo opportuno, si potessero ricavare utensili di legno di ogni forma, anche con la forma di un martello di oggi.

I materiali usati dall'uomo dell'Acheuleano evoluto, dunque, sono la pietra e il legno; mentre gli attrezzi per la lavorazione sono gli utensili litici e il percussore di legno, cioè il percussore tenero.
Gli utensili litici e il percussore di legno sono inscindibili, in quanto con l'uso si deteriorano o si rompono, ed è necessario farne altri; e senza uno dei due, non si potevano fare, e questo ovviamente in considerazione dell'alta qualità che avevano raggiunto rispetto alle epoche precedenti. Ne consegue che l'utensile litico e il percussore di legno costituivano, nell'Acheuleano evoluto, un complesso di attrezzature da tenere sempre a portata di mano.

Nell'Acheuleano evoluto gli utensili litici per tagliare e lavorare il legno (ma anche per tagliare pelli, carne e altro) venivano fabbricati in serie. Non era una produzione elevata.
Questa tecnica di fabbricazione è stata definita "levalloisiana", e consiste nello spianare una pietra, che prende il nome di "nucleo", da cui viene staccato un certo numero di schegge per fare utensili, e il cui numero varia secondo la dimensione della pietra adoperata.
Questi utensili litici vengono adoperati uno per volta, quindi l'uomo si faceva una scorta.
Non sappiamo se questa produzione rieentrasse in una specializzazione, per cui, chi le faceva, le barattava con chi non le sapeva fare, con cibi o altro .
Comunque, il concetto di approvvigionamento esisteva con questi utensili litici levalloisiani, come con le carni dei grandi mammiferi; infatti riesce difficile immaginare la fatica e il rischio di uccidere un pachiderma, per mangiare carne un paio di volte.

L'uomo certamente approvvigionava la legna da ardere nel focolare della sua capanna, sia per cuocere i cibi, sia per scaldarsi. E' impensabile che, ogni volta che la legna fosse bruciata, uscisse dalla capanna per andare a tagliare rami.
L'approvvigionamento accertato sono gli utensili litici; l'approvvigionamento dedotto sono i cibi, in particolare la carne dei grandi mammiferi, e la legna da ardere; mentre l'approvvigionamento ipotizzato potrebbe essere la costruzione di lance e percussori di legno, in quanto si deteriorano o si rompono con l'uso.

L'approvvigionamento rientra nell'organizzazione sociale, come la caccia di gruppo e la costruzione di una capanna multifamiliare, e, nel contempo, consente maggiori spazi per la vita spirituale organizzata, cioè in comunione con altri componenti del gruppo.

Le sculture litiche prodotte per i riti di culto esistono nella Pebble Culture, nell'Abbevilliano, nell'Acheuleano antico e medio, ma le sculture litiche dell'Acheuleano evoluto, come anche gli utensili litici, presentano uno standard di qualità maggiore, dovuto all'uso continuo del "percussore tenero", che non esisteva (sempre) nei periodi precedenti.
Nella Pebble Culture e nell'Abbevilliano veniva usato il "percussore duro"; nell'Acheuleano antico e medio, sembra che venissero usati sia il percussore duro, che il percussore tenero; pare che come percussore tenero, oltre al legno, venissero usate anche ossa di grandi mammiferi.
Nell'Acheuleano evoluto il continuo uso del percussore tenero ha prodotto una tecnica molto specializzata, tanto è vero che le prove fatte dai paletnologi con lo stesso tipo di "percussore tenero" hanno dato utensili di minore qualità rispetto a quelli acheuleani.

Il progresso e la qualità dell'arte nell'Acheuleano evoluto, come in tutto il Paleolitico, non sono avvenuti, come si pensa per il Paleolitico superiore, per il fatto che "si sia accesa una luce nell'intelligenza umana", ma sono avvenuti per l'approvvigionamento delle risorse, per il perfezionamento dell'organizzazione sociale, per l'invenzione di nuove tecniche di produzione, che hanno permesso all'uomo di avere, sempre più, maggior spazio per la vita spirituale.


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