PALEOLITHIC ART MAGAZINE




LIGURIA



IL MUSEO DELLE ORIGINI DELL'UOMO
GENOVA (ITALIA)

Pietro Gaietto



I musei nel mondo sono tanti, e sono in continuo aumento.
Musei che riguardano esclusivamente le origini dell'uomo non ne esistono.
I reperti esposti nei musei che riguardano le origini, cioè il Paleolitico, generalmente sono reperti scheletrici, nei musei di scienze naturali; oppure reperti scheletrici, anche sepolture con corredi, utensili litici, e arte del Paleolitico superiore nei musei archeologici.
Oggi si fa molto uso di calchi di scheletri, di utensili e di scultura paleolitica nei musei che non posseggono gli originali.

Il Museo delle Origini dell'Uomo (Genova, Italia) comprende esclusivamente scultura litica del Paleolitico, che prevalentemente è stata reperita in Liguria, ma comprende anche reperti di importanti giacimenti paleolitici di superficie d'Italia e dell'Europa occidentale. Dal 1° maggio 2000 è in rete il sito del Museo delle Origini dell'Uomo Questo sito comprende le fotografie di una parte delle sculture presenti nel museo, che sono attribuite al Paleolitico inferiore, al Paleolitico medio, al Paleolitico superiore, e anche fotografie di reperti di altri musei e collezioni, che si riferiscono non solo all'arte paleolitica, preistorica in genere, storica ed etnografica, ma anche ai corredi funerari, e reperti scheletrici degli uomini di ogni fase del Paleolitico. L'inserimento nel sito di questo materiale fotografico, non in dotazione del Museo delle Origini dell'Uomo, reperito in ogni parte del mondo, unitamente alle sculture litiche della Liguria e dell'Europa, è indirizzato all'INTERPRETAZIONE delle sculture stesse, dalle origini del Paleolitico inferiore alla fine del Paleolitico superiore, cioè da alcuni milioni di anni a.C, fino a circa 12.000 anni a.C.

Prima di analizzare la necessità di interpretazione dell'arte paleolitica, analizziamo il desiderio della maggior parte dei visitatori dei musei d'arte. Gli interessi dei visitatori dei musei d'arte sono molteplici, e ognuno ha propri codici di lettura, cioè di apprezzamento. I musei d'arte contemporanea (con opere di Pablo Picasso, di Mondrian, di Lucio Fontana, ecc.), per esempio, non interessano tutti. I musei d'arte antica, al contrario, hanno un pubblico molto più vasto. La quasi totalità delle persone che visitano i musei d'arte antica cercano il "bello", cioè vanno per avere un "piacere" legato all'estetica. Questo "piacere" in genere è più legato ai dipinti, che sono colorati, che non alla scultura. Per esempio, i capitelli delle chiese romaniche, che hanno figure scolpite ricchissime di informazioni storiche, ma non sono "belli", interessano poco la maggior parte delle persone.
La scultura litica del Paleolitico non è "bella". Gli utensili litici del Paleolitico non sono "belli". I reperti scheletrici degli uomini del Paleolitico non sono "belli". Questi reperti sono "interessanti" per gli scopritori, per lo studioso, e per l'amatore, in quanto hanno un significato nello studio delle origini e dell'evoluzione dell'Uomo. Chi si vuole avvicinare all'arte di tutto il Paleolitico, quindi, non deve cercare valori estetici, ma quei valori che costituiscono l'opera d'arte, attraverso parallelismi con opere d'arte dei tempi successivi di cui conosciamo il significato, anche se l'interpretazione non si ferma qui.
Il discorso sulle origini è di difficile soluzione, in quanto , anche se i Paleoantropologi dovessero datare Homo a dieci milioni di anni fa, ai fini dell'evoluzione dell'arte non cambia niente.
Per convenzione scientifica si considera Homo colui che ha iniziato a fabbricare i primi utensili litici, e, io aggiungo, anche a produrre la prima scultura; e prima di tali attività è considerato "bestia", per quanto una "nobile bestia", da considerarsi come un "nostro progenitore". Saranno i posteri a stabilire da quanti milioni di anni Homo è veramente Homo, comunque, e in qualunque caso, il Paleolitico inferiore, secondo le attuali datazioni, occupa il 99,99 % di vita dell'umanità.

Quando ho fondato il Museo delle Origini dell'Uomo, ho adottato il termine "origini", ma penso che le "origini" non si troveranno mai. Oggi, credo si debba osservare esclusivamente l'evoluzione, infatti, se le datazioni delle prime fasi del Paleolitico inferiore sono giuste, noi troviamo che, per uno, o per vari milioni di anni, l'uomo ha prodotto utensili sempre uguali, cioè con scarsissima evoluzione (Pebble culture). Anche le sculture della stessa fase culturale sono sempre uguali, cioè con scarsissima evoluzione.
Negli utensili litici della Pebble Culture, l'evoluzione dai tipi più antichi a quelli più recenti, viene capita soltanto dagli studiosi specializzati in quella ricerca e pochi altri, mentre per la gente, ma anche per studiosi di altre discipline, non vengono viste differenze, quando addirittura non sembrano che semplici ciottoli rotti. Comunque, mentre sulle industrie (utensili) della Pebble Culture esiste una documentazione territoriale vastissima e intercontinentale, sull'arte (sculture) della Pebble Culture, i reperti sono abbastanza rari, e questo, non perchè ne esistano pochi, ma perchè esiste una scarsità di ricercatori, che si dedicano alle origini dell'arte.
L'interpretazione degli utensili (negli ultimi due secoli) è stata più facile dell'interpretazione della scultura paleolitica, per due motivi : 1°) perchè gli utensili sono stati trovati quantitativamente a milioni di volte superiori rispetto all'arte; 2°) perchè degli utensili si è potuto provare la funzione, cioè, quel tipo serviva per tagliare le pelli e le carni degli animali uccisi, quindi precursore del coltello di metallo;l'altro tipo serviva per raschiare le pelli per far vestiti o tende di abitazione, ecc.

L'interpretazione dell'arte deve far ricorso a metodi diversi. 1°) La tecnica di fabbricazione di una scultura è più complessa della tecnica usata per fare utensili, ma questo va in secondaria importanza, in quanto l'analisi è sulla forma ottenuta. 2°) Qualunque forma o tipo di scultura, e nel Paleolitico sono tante, per essere interpretata deve fare riferimento a parallelismi con sculture post-paleolitiche, preistoriche in genere, storiche ed etnografiche. Per esempio, le sculture paleolitiche di teste umane bifronti devono avere parallelismi con sculture di teste umane bifronti, che si trovano nella storia e nell'etnografia di tutti i continenti,forse salvo l'Australia.
Cominciando dall'Europa, dobbiamo fare dei paralleli con le sculture che rappresentano Giano bifronte, che di volta in volta, presso ogni popolo e in ogni tempo, è stato oggetto di culti differenti, ma comunque considerato generalmente dagli studiosi di religioni un dio onniscente-onniveggente. Ne consegue,che le sculture antropomorfe bifronti, per deduzione, rappresentano un "dio".

La tipologia delle sculture è vasta, ed in aumento nelle fasi più recenti del Paleolitico. Alcuni tipi sono rari ed altri più frequenti. La tipologia cambia nelle varie epoche del Paleolitico, in quanto da forme grossolane si giunge a forme più elaborate, anche per l'invenzione di nuove tecniche di lavorazione.
La tipologia comprende i soggetti di culto, cioè sculture di una testa umana, oppure di una testa di animale; teste con busto, sia umane che di animali; teste umane bifronti e trifronti; l'unione di teste umane con teste di animali; animali umanizzati, ecc.
Sempre legati alla tipologia sono gli stili. Lo stile è il linguaggio dell'arte. Esiste una gamma di stili "infinita", dove alcuni, ma non tutti, sono ai limiti opposti l'uno dell'altro, per esempio, possono avere un forte realismo, e questo si contrappone in altre sculture (di altri periodi o di altre zone) ad un allungamento della testa con abolizione degli occhi, con una generica zona orbitale, ecc.
Ogni stile è diverso nel tempo e presso ogni popolo. Infatti, se prendiamo in esame cento diverse raffigurazioni della testa umana in cento differenti popolazioni primitive sparse per il globo, troviamo che sono quasi tutte una differente dall'altra, cioè in diverso stile. Se prendiamo in esame le parole "testa umana" nel linguaggio parlato di cento differenti popolazioni, troviamo che sono quasi tutte una differente dall'altra. Linguaggio stilistico è dire la stessa cosa in modo diverso.

Un'altra componente dell'arte, che rientra nella tipologia, sono gli uomini raffigurati in scultura, che sono più numerosi di quelli classificati nei reperti scheletrici che conosciamo. Per esempio, una scultura di testa umana bifronte, se raffigura due neanderthaliani arcaici, è diversa, ed è più antica di una scultura di testa umana bifronte che raffigura l'unione di due Homo sapiens sapiens. Se poi una scultura bifronte raffigura unite una testa di Homo sapiens neanderthalensis ad una di Homo sapiens sapiens, si può affermare tranquillamente che i due tipi umani vivevano insieme.
Il metodo di datazione antropomorfico l'ho inventato 40 anni fa, e permette di dare un ordine cronologico alle sculture antropomorfe paleolitiche, facendo riferimento alla forma dei crani degli uomini paleolitici, che i paleoantropologi hanno reperito e ordinato cronologicamente.

Anche la "composizione" delle sculture rientra nella tipologia. Per esempio, le sculture di teste umane bifronti, cioè due teste umane unite per la nuca,le teste possono essere una più grande dell'altra, oppure essere orientate con sguardo in più direzioni, non solo con sguardo in direzione opposta, ma con sguardo verso l'alto o verso il basso, e di conseguenza con significati diversi, che nel sito del Museo delle Origini dell'Uomo vengono analizzati.

Altro fattore di non secondaria importanza nell'interpretazione delle sculture litiche paleolitiche, riguarda il primo approccio che con esse ha il profano. Una scultura e degli utensili litici esposti nella vetrina di un museo, e con didascalia, vengono accettati tacitamente come tali, e questo da persone di media cultura. Esperimenti fatti con gli stessi oggetti in incontri occasionali ("Guarda cosa ho trovato"), mostrano che gli utensili per la maggior parte della gente sono semplici pietre.
Gli utensili litici paleolitici, per quanto siano stati acquisiti dalla scienza molto di più delle sculture litiche, non sono ancora pienamente capiti; comunque, per essere capiti, se ne deve capire l'uso. Vanno tenuti in mano, rivoltati per apprezzare le parti taglienti o raschianti, e per capire come li ha fatti l'uomo nel Paleolitico.
Per la scultura litica paleolitica il discorso è simile a quello per gli utensili, almeno per le sculture di piccole dimensioni che stanno nel palmo di una mano. Queste sculture sono generalmente ricavate da schegge o da ciottoli, e sono differenti in ogni fase del Paleolitico, e, nella maggior parte, l'immagine della testa è in vista semifrontale.
Quando le sculture sono bifronti, una delle due teste può essere con diversa forma, cioè non semifrontale, ma frontale, cioè passando dal profilo della testa, alla faccia vera e propria. L'osservatore della scultura deve cercare il giusto punto di visione, o, come si dice oggi, il giusto punto di "lettura". Il punto di "lettura" della scultura litica paleolitica è simile alla "lettura" dell'utensile litico, dove si deve capire la parte tagliente, e quindi il suo uso originario.
Le fotografie delle sculture esposte nel sito Internet del Museo delle Origini dell'Uomo sono state fatte tutte nel giusto punto di "lettura". Dove ci sono più punti di "lettura", in quanto la scultura ha più immagini, sono state fatte più fotografie. Chi si vuole avvicinare alla scultura paleolitica, è bene si attenga ai concetti che ho esposto.
Una scultura del Paleolitico inferiore o del Paleolitico medio è molto diversa da una scultura storica (greca o romana). Le sculture storiche, non in bassorilievo, ma quelle a tutto tondo, quando fotografate sono simili alle persone viventi fotografate; cioè in fotografia si vede una parte, e si immagina l'altra. Quindi nella fotografia della scultura storica a tutto tondo, non esiste un punto di "lettura" obbligato. Al contrario, nella scultura del Paleolitico inferiore e medio, la fotografia deve centrare il punto di "lettura", altrimenti cambia il significato, fino a non poterla capire. Oggi si può fare di più, con una telecamera si può riprendere la scultura paleolitica tutt'intorno, ed è come essere di fronte alla scultura stessa, dove si trova subito il punto di "lettura".

Il Museo delle Origini dell'Uomo è un museo virtuale. Le sculture del Paleolitico inferiore, medio e superiore, che qui, sono presentate, appartengono a collezioni private in Genova, e sono visitabili per appuntamento.
Tutto il materiale post-paleolitico, presentato nel sito, ha la funzione di guidare il visitatore all'interpretazione delle sculture paleolitiche con i parallelismi. Questo materiale è indicativo di un metodo di indagine, in quanto è ben poca cosa, rispetto a quanto si può trovare nelle civiltà storiche e nell'etnografia.

Queste sono le finalità del museo :
1) Fare conoscere la scultura del Paleolitico delle collezioni genovesi, per la promozione dello studio delle origini dell'arte.
2) Promuovere lo studio dei menhir antropomorfi e zoomorfi del Paleolitico.
3) Promuovere lo studio della scultura antropomorfa rupestre del Paleolitico.
4) Promuovere lo studio di differenti civiltà artistiche parallele nel Paleolitico, e in particolare nel Paleolitico superiore, dove, per esempio, quando in Francia o in Spagna si dipingevano animali in grotta, in Liguria si scolpivano teste umane sulle rupi, o in Bretagna si realizzavano menhir antropomorfi.
5) Promuovere la ricerca antropologica anche attraverso le sculture antropomorfe, che possono integrare la scarsità di reperti scheletrici in certi periodi del Paleolitico.
6) Promuovere lo studio delle religioni del Paleolitico attraverso la scultura.
7) Promuovere in antropologia lo studio della spiritualità, al pari dello studio dell'aspetto fisico dell'uomo.

Pietro Gaietto
Direttore del Museo delle Origini dell'Uomo (Genova. Italia).


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