PALEOLITHIC ART MAGAZINE

EUROPA


I cibi artistici rituali in Italia
I CIBI ARTISTICI RITUALI IN ITALIA
DA HOMO ERECTUS A HOMO SAPIENS SAPIENS


Pietro Gaietto

Homo erectus aveva due riti. Uno abbastanza condiviso di cannibalismo, che consisteva nell'estrazione del cervello del parente defunto, che veniva mangiato "per acquisire le sue virtù". L'altro rito consisteva nella conservazione della mandibola scarnificata, e questo si deduce dalle varie mandibole trovate, e dall'uso ancora esistente nell'etnografia di Homo sapiens sapiens. Il cadavere, probabilmente, veniva disperso come accade ancor oggi presso certi primitivi.

Fig.1) HOMO ERECTUS DI VESIMA
Scultura in pietra verde. Alt. cm.9 Paleolitico inferiore (reperita in loc. Vesima, Genova, Italia) (Vedi Museo delle Origini dell'Uomo,Genova)



Fig.2) HOMO ERECTUS
La mandibola di Heidelberg (Eurantropo)




Fig.3) HOMO ERECTUS
La mandibola di Ternifine (Atlantropo)




Fig.4) HOMO ERECTUS
La mandibola di Chu-Ku-t'ien (Sinantropo) Ricostruzione da frammenti di varie mandibole di Weidenreich.


Le prime sepolture sono opera di Homo sapiens neanderthalensis, e i riti sono in aumento.
1) La sepoltura in posizione di sonno, 2) la sepoltura rannicchiata, 3) il corredo di utensili, 4) l'offerta di pezzi di carne al defunto (zampa ancora intatta di bovino, non scarnificata, come dimostra lo stato di connessione anatomica in cui sono state rinvenute le ossa: La Chapelle-aux-Saints), 5) l'offerta di fiori e piante medicinali (Shanidar, Iraq).

La prima testimonianza di "sacrificio" è opera di Homo sapiens sapiens nel Paleolitico superiore, e si trova nel tempio di El Juyo in Spagna, e risale a 14.000 anni fa.

Il "sacrificio" è un rito, ricorrente in tutte le religioni del mondo, e in ogni tempo, e può essere cruento o incruento.

Il "sacrificio" è un'offerta per entrare in comunione con la divinità .

Il tempio di El Juyo era una caverna, e aveva un altare composto da una lastra piatta di arenaria del peso di circa una tonnellata, e di fronte all'altare era l'effigie della divinità , che era costituita da una scultura litica composta da due mezze teste unite, una di uomo e l'altra di animale. (Vedi in questo sito :L'antica ceramica zooantropomorfa del Messico in relazione alla scultura zooantropomorfa del Paleolitico europeo.).

Il "sacrificio" probabilmente era incruento, e i resti trovati sono composti da falangi di cervo, molta ocra, ossa bruciate, e resti di crostacei.

Ci tengo a sottolineare che gli uomini di El Juyo, che avevano il tempio, l'altare formato da un pesantissimo monolito, appositamente portato nella caverna, e una divinità  zooantropomorfa bifronte raffigurata in scultura, sono da considerarsi appartenenti ad una civiltà  (che non ha ancora un nome), ma da tenere bene distinta dalla civiltà dei pittori maddaleniani, loro contemporanei in altre zone d'Europa.

Come abbiamo visto, nei riti del Paleolitico è ricorrente il cibo. Homo erectus "mangiava" il cervello del parente defunto. Homo sapiens neanderthalensis dava cibo al defunto. Homo sapiens sapiens, nel "sacrificio", offriva cibo alla divinità .

Homo erectus in 350.000 o 500.000 anni ha cambiato più volte aspetto fisico, fino a trasformarsi, cioè a diventare Homo sapiens sapiens.

I riti di Homo erectus, che conosciamo, sono rimasti uguali fino all'etnografia di Homo sapiens sapiens, cioè ai giorni nostri.

Si può dire che gli aspetti spirituali dell'uomo sono più solidi degli aspetti fisici, in quanto mutano meno. Tuttavia la spiritualità dell'uomo si arricchisce con il progresso culturale, e con nuove religioni.

Per interpretare i riti, i culti e l'arte degli uomini paleolitici, facciamo ricorso a parallelismi con epoche post-paleolitiche, con civiltà storiche e con l'etnografia. Questi parallelismi si riferiscono sempre al popolo, infatti, i riti i "sacrifici", i culti sono radicati nel popolo.

I parallelismi che facciamo con Homo sapiens sapiens "vivente", non vanno fatti soltanto su quanto si trova nell' etnografia, ma anche su quanto si trova ancora presso di noi, uomini moderni, che usiamo il cellulare e il computer.

Nell'etnografia si trovano ancora popoli (molto piccoli) con riti, sacrifici, culti e arte, che sono rimasti intatti per millenni. Presso di noi, per esempio in Europa, quello che resta sopravvive in certe zone e non in altre, ed ha la generica denominazione di "tradizione".

Queste "tradizioni popolari" continuano quasi automaticamente, hanno perso ogni rilevanza religiosa, ma sono ricche di informazioni per i nostri parallelismi con il Paleolitico.

IMPORTANZA DEI CIBI NELLE RELIGIONI

Ai Mussulmani è vietato mangiare carne di maiale, e bere bevande alcoliche, sempre; e questo, in certe nazioni islamiche, è obbligatorio per legge, anche per chi non è mussulmano. Anche agli Ebrei è vietato mangiare carne di maiale.

I Cattolici non devono mangiare carne il venerdì nei giorni della Quaresima, cioè nei quaranta giorni che precedono la Pasqua; in questi giorni viene privilegiato il pesce.

Tutte le religioni in modo diverso hanno collegamenti con il cibo.

I Cattolici a Pasqua mangiano l'agnello "arrosto" per "tradizione religiosa", in quanto, oggi, la Chiesa non consiglia di farlo.

Il primo giorno dell'anno si mangiano le lenticchie, perchè "portano fortuna"; e questo è un "rito di propiziazione", che probabilmente ha radici religiose.

Molti sono i cibi che si mangiano in occasione delle grandi feste religiose, secondo tradizioni che variano da zona a zona. Per la vigilia di Natale, in alcune regioni d'Italia si mangia il "capitone", che è una grossa anguilla femmina.

In occasione delle festività cristiane, ci sono cibi che hanno una particolare fattura (antropomorfa o zoomorfa), e oggi viene superato il concetto di nutrimento per il piacere del palato e della vista, cioè per celebrare meglio la festa.

Per i nostri parallelismi con il Paleolitico, devo ricordare che questi cibi di fattura antropomorfa o zoomorfa rientrano nella tradizione dei popoli che hanno avuto come attività artistica principale la scultura.



Fig.5) COLOMBA Dolce rituale per le feste di Pasqua. La colomba è simbolo dello Spirito Santo.


Fig. 6) L'UOVO DI PASQUA È un dolce in cioccolato, a forma di uovo, che contiene sorprese e regali, destinato particolarmente ai bambini.


I CIBI ARTISTICI RITUALI.

In occasione di feste religiose vengono prodotti in Italia dei cibi "artistici" rituali, sia con il pane, sia con paste dolci, soprattutto pasta di mandorle, e cioccolato.

Il termine "artistico" lo adotto io, in quanto si tratta di raffigurazioni zoomorfe o antropomorfe, ma chi compera questi prodotti per mangiarli. non li considera "artistici", tanto più che, oggi, il termine "arte" si riferisce ad opere non di serie e di ben altro impegno intellettuale.

Questi cibi raffigurano animali o uomini, con soggetti religiosi cristiani. La loro produzione è industriale, cioè in serie, e la vendita avviene nei negozi di generi alimentari o supermercati.

I tipi prodotti dalle industrie dolciarie per le feste sono:
la COLOMBA che, come impasto, è una sorta di panettone, ma arricchita con l'aggiunta di maggior quantità di uova, scorze di arancia candite, mandorle. Per le feste di Pasqua. La colomba nella simbologia cristiana rappresenta lo Spirito Santo.
L'UOVO di Pasqua è di cioccolato, al latte, bianco o fondente.
L'AGNELLO è in pasta di mandorle (cosiddetta martorana). Nelle Feste di Pasqua. L'Agnello di Dio è uno dei primi simboli del Cristianesimo.
CRISTO RISORTO è in pasta di mandorle. Prodotto in Liguria. Rappresenta l'Agnello di Dio resuscitato e trionfante sulla Morte

Fig.7) AGNELLO Dolce rituale modellato in pasta di mandorla in vendita in Italia nelle feste di Pasqua. L'Agnello di Dio è uno dei primi simboli del Cristianesimo.


Fig.8) CRISTO RISORTO Dolce rituale in pasta di mandorle in vendita in Italia nelle feste di Pasqua. Cristo è l'Agnello risorto, trionfante sulla morte.


Le OSSA DEI MORTI sono dolcetti in pasta di mandorle. Si producono in Sicilia per la Quaresima. Questi ultimi due dolci sono di produzione artigianale, e stanno perdendo popolarità al di fuori delle zone originarie.

Fig.9) LE OSSA DEI MORTI È un dolce in pasta di mandorle che si produce soprattutto in Sicilia per la Quaresima e per Pasqua.


Gli OCCHI DI SANTA LUCIA. Per il giorno di S.Lucia le popolane molfettesi danno da mangiare questo pane ai figli, perchè siano preservati da infezioni agli occhi. S.Lucia è la protettrice della vista, essendole stati cavati gli occhi durante il martirio. Nell'arte greca vi sono divinità con molti occhi, anche sul corpo, e sono considerate onniscienti onniveggenti.
I SENI DELLA VERGINE sono dolci a forma di mammelle (dette "minni), che sono ripiene di zuccata al gelsomino. La loro produzione avviene in Sicilia per la festa dei morti.
Le DITA DI APOSTOLO sono dolcetti che hanno la forma delle dita di una mano. Sono in pasta di mandorle farcita di conserva di cedro. Si producono per la festa dei morti in Calabria.
Le MANI è un pane (ad anello) con un unico braccio che unisce le due mani. Si prepara in Sicilia per la festa dei morti, il 2 novembre.
Il CUORE. Questo dolce è simbolo augurale della "futura rinascita della natura"; si produce a Palma di Montichiaro, in Sicilia, in pasta reale, per Natale.
Il VOLTO DEL DEFUNTO è un pane che si produce in alcuni paesi della Sicilia per la ricorrenza dei morti. Io credo che, spiritualmente, sia una sorta di cannibalismo rituale di grande affetto verso il parente defunto. Mangiare questo pane non è dissimile dal rito di Homo erectus, che mangiava il cervello del parente defunto.
PUPI E PUPE, I DOLCI DEI MORTI. Sono statuette di zucchero, molto colorate, che si producono in Sicilia per la ricorrenza dei morti.
IL PANE DEI MORTI (antropomorfo). Tradizione ancora viva, anche se sporadica; si prepara il 2 novembre. Originariamente aveva funzione di "offerta alimentare alle anime dei parenti defunti". Questi pani sono antropomorfi, si preparano in Sicilia, e variano da paese a paese.
I BUOI. È un pane a forma di buoi, che, accoppiati a due a due, vengono decorati con incisioni riproducenti i simboli dei mandriani della zona. Si produce a Modica (Ragusa). Questi pani vengono regalati ai ragazzi, come dono iniziatico di passaggio dall'età dell'infanzia a quella del lavoro, per il Capodanno.
Gli UCCELLI sono pani con la forma di uccelli, che si producono in Sicilia per Capodanno.
I PESCI sono pani con la forma di pesci che si producono in Sicilia per Capodanno.
CAVALLI Per la festa di Ognissanti, in Val Passiria (Alto Adige), si fanno grandi pani zoomorfi, la cui tradizione è sempre religiosa, in quanto mangiare questo pane è un rito.

Fig.10) CAVALLO DI PANE
È un pane che si produce per la festa di Ognissanti a St. Leomhard in Val Passiria (Alto Adige). Courtesy del Dott. Siegriid W. de Rachewiltz, direttore del Museo Agricolo di Brunnemburg, Tirolo di Merano, Bolzano, Italia.


CONCLUSIONE

I "cibi artistici rituali" prodotti in Italia sono di tradizione cristiana, ma il loro uso è precedente.
Sappiamo dal Frazer che dolci e pani antropomorfi esistevano già al tempo dei Romani; erano chiamati "maniae", e fatti a somiglianza del "dio del bosco", che veniva celebrato ogni anno. Le "maniae" rientrano in un rito di propiziazione per la divinità .
Non so se i Romani producessero dolci e pani antropomorfi per la festa dei morti. Comunque, è molto probabile che preparassero dolci e pani per i morti, e anche per altre divinità , oltre al dio del bosco.
Di certo i Romani hanno diffuso l'uso dei dolci e dei pani antropomorfi in tutta Europa, e nei paesi del bacino del Mediterraneo.
Sull'origine dei dolci e dei pani artistici rituali, si può tuttavia ipotizzare che già i Greci, prima dei Romani, avessero questa tradizione, in quanto detentori di una civiltà artistica, e anche "dolciaria" di grande qualità.

Ignoro se gli Egizi nelle piramidi offrissero dolci e pani antropomorfi o zoomorfi al defunto o alle divinità .
Impossibile trovare tracce di questo uso nelle civiltà protostoriche e preistoriche, dato che pani e dolci sono deperibili.

Il cibo rituale, che nasce con Homo erectus, non è nutrimento, è un piacere spirituale di altissimo livello, che resta tale quando il rito dei cibi più vari continua nelle civiltà storiche; ma perde di intensità quando diventa "tradizione" fuori dagli schemi della religione.

Quando Homo erectus mangiava un pezzettino di cervello del capo tribù o del parente defunto, doveva essere un momento di grande solennità .
Il giorno di Pasqua, chi mangia la "colomba", la mangia per "tradizione", e perchè è buona, non per celebrare il rito di mangiare lo Spirito Santo.
Comunque, un rito va in disuso se non viene tenuto vivo nel culto: se la Chiesa non ricorda più che la colomba rappresenta lo Spirito Santo, la maggior parte della gente lo ignora. Inoltre, nella tradizione cristiana, la colomba è simbolo della pace tra Dio e l'uomo (la colomba che annuncia a Noè la fine del diluvio)

Di Homo erectus abbiamo tracce di una spiritualità nascente, anche se giè consolidata, mentre nei "cibi artistici rituali" dei nostri giorni, abbiamo testimonianza di una spiritualità calante; comunque, questi cibi rituali costituiscono un importantissimo collegamento culturale e spirituale tra noi e Homo erectus.

Index

HOME PAGE

Copyright©2000-2002 by Paleolithic Art Magazine, all rights reserved.