PALEOLITHIC ART MAGAZINE






HOMORIGINE- SCIENZA E ARTE PREISTORICA

di Pietro Gaietto

INTRODUZIONE


L'origine della ricerca e della scienza moderna è stata favorita da una nuova mentalità sviluppatasi nel corso del Settecento, in seguito all'Illuminismo, il movimento intellettuale, civile e politico fiorito soprattutto in Francia e in Gran Bretagna, che si proponeva di liberare l'uomo e la società dalle tenebre dell'ignoranza e dell'oscurantismo mediante l'uso della ragione.
Certamente i concetti del'evoluzione derivano, o si sono rafforzati, con l'Illuminismo, ma non saprei dire se Jacques Boucher de Crèvecoeur de Perthes, considerato dalla scienza il padre della Preistoria, avesse anche un credo evoluzionistico.
Suo padre, Jules Armand Guillaume Boucher de Crèvecoeur, era botanico (scienziato) e ufficiale di dogana. A sua volta, Boucher de Perthes diviene ufficiale delle dogane. Cresciuto ad Abbéville in un ambiente culturale molto elevato, definiva infatti la casa paterna il santuario della scienza e dell'arte; negli anni giovanili dedica la maggior parte del suo tempo alla poesia, al teatro, all'economia politica.
L'interesse per la scienza nasce in lui solo nell'età matura. Nel 1837 scopre nei depositi alluvionali della Somme, unitamente ad ossa di pachidermi, utensili scheggiati, che attribuisce all'Uomo antidiluviano. Attua la distinzione tra Paleolitico (antidiluviano) e Neolitico (celtico) nel trattato Antiquités Celtiques et Antédiluviennes. Di notevole importanza anche le sue scoperte di pietre figure scolpite. Per i suoi fondamentali meriti scientifici, la Francia lo riconosce padre della Preistoria.
Nella vita privata, Boucher de Perthes ha avuto un'intensa relazione sentimentale con la sorella di Napoleone Bonaparte, Paolina Borghese, il cui celebre ritratto realizzato dallo scultore Antonio Canova, protetto dallo stesso Napoleone, amante delle arti, la ritrae come Venere vincitrice.
Napoleone Bonaparte, imperatore dei Francesi e Re d'Italia (1769-1821), a sua volta ha attuato iniziative importanti anche nel campo delle scienze e dell'arte, inviando in Egitto 160 tra studiosi e savants, oltre a 400 incisori, e 1600 tra artisti e tecnici, per disegnare tutte le opere d'arte (architetture, sculture e dipinti) dell'antico Egitto, e tutte le specie di animali viventi. È stato un lavoro immenso, poi confluito nella gigantesca Description de l'Égypte, ou Recueil des observations et des recherches qui ont été faites en Égypte pendant l'expédition de l'armée française, la cui pubblicazione fu iniziata per ordine dello stesso Imperatore dei Francesi. Per questa grande impresa culturale a Napoleone è stato attribuito l'appellativo di padre dell'Egittologia.
Le ricerche di archeologia della Preistoria (Paletnologia) sono state introdotte in Italia a fine Ottocento da studiosi francesi con gli scavi nelle grotte dei Balzi Rossi di Grimaldi (Imperia), situate al confine con la Francia, mentre gli studi di Paleoantropologia in Italia avevano avuto un impulso in precedenza, con la teoria dell'evoluzione di Darwin. Gradualmente, gli studi sull'Uomo sono fioriti in tutti i paesi industrializzati del mondo, dividendosi in discipline con una moltitudine di specializzazioni.
In quasi 200 anni di ricerche sull'uomo preistorico, sono state fatte grandi scoperte, integrate anche dall'invenzione di sempre più sofisticati metodi di datazione dei ritrovamenti, che hanno permesso di ottenere cronologie di vari milioni di anni. Questo libro inizia con i reperti scheletrici dell'uomo (Homo habilis), escludendo la fase pre-umana costituita dalle specie di ominidi vissuti prima di Homo habilis.
Dei crani dell'uomo sono state privilegiate la norma laterale e semi frontale, per metterle in relazione con la scultura litica antropomorfa dell'intero Paleolitico. Infatti, le diverse specie umane che sono seguite a Homo habilis possiedono tutte un profilo della testa differente tra una specie e un'altra, mentre si rilevano affinità tra certi crani e teste umane scolpite nella pietra di stesse fasi culturali paleolitiche.
Dalla scultura antropomorfa paleolitica sono state dedotte considerazioni sull'evoluzione fisica dell'uomo e anche su aspetti comportamentali simili a quelli dell'uomo moderno, ma sono emerse pure interessanti considerazioni sull''intelligenza.
L'interpretazione dominante sull'intelligenza dell'uomo preistorico risente difatti dei pregiudizi dei tempi passati, quando si era convinti che l'uomo derivasse dalla scimmia.
Si persiste a ritenere, in maniera erronea a mio giudizio, che l'intelligenza dell'uomo antico fosse scarsa e che abbia avuto una lentissima evoluzione, finché, intorno ai 35.000 anni fa, non è comparso Homo sapiens sapiens, il creatore dell'arte, comprovando la conquista dell'intelligenza umana.
La mia interpretazione è diversa. Sostengo, infatti, che l'uomo era dotato di intelligenza già 2.000.000 di anni fa, cioè da quando è stato definito Homo habilis, come dimostrato dalle sue opere nel corso di tutto il Paleolitico inferiore.
Considero l'intelligenza come una caratteristica naturale, nata con l'uomo, e che gli ha garantito la sopravvivenza. L'azione dell'intelligenza si realizza nella cultura materiale con la produzione di utensili litici. Fabbricare utensili, difatti, è un'azione che l'intelligenza compie attraverso un ragionamento il cui prodotto, oltre a essere subito finito, costituisce anche la base per un successivo progresso. Almeno così è avvenuto: nell'Olduvaiano (la prima civiltà di Homo habilis) gli utensili litici non erano più di 10 tipi, mentre la tipologia del Gravettiano, l'ultima civiltà del Paleolitico superiore, è ben più ricca: agli utensili litici si sono aggiunti quelli su osso, e il numero si aggira intorno ai 70 tipi.
Il progresso tecnologico è avvenuto gradualmente, migliorando sempre, tramite invenzioni, le tecnologie di fasi precedenti. Quest'azione che l'intelligenza umana ha realizzato nel Paleolitico è la stessa che ha operato nei periodi storici, fino ad oggi.
Nella cultura spirituale, l'azione dell'intelligenza si è realizzata con l'arte che, nel Paleolitico inferiore, è rappresentata dalla scultura litica, quasi esclusivamente antropomorfa.
Come per la fabbricazione degli utensili, l'esecuzione della scultura presuppone l'azione dell'intelligenza, anche se la lavorazione di una scultura richiede maggior impegno.
Considerando che le raffigurazioni antropomorfe scolpite sono quasi tutte bicefale o bifronti, e siccome le raffigurazioni bicefale e bifronti dei successivi periodi storici rappresentano divinità, per analogia sono da considerarsi divinità anche quelle paleolitiche. Ne consegue che la scultura antropomorfa paleolitica è stata prodotta per raffigurare soggetti religiosi. D'altra parte, sarebbe molto difficile immaginare che l'arte del Paleolitico inferiore fosse realizzata per necessità estetiche.
Il progresso nelle raffigurazioni antropomorfe scolpite, più belle di quelle dei periodi precedenti, è dovuto a invenzioni, cioè al progresso tecnologico. Pertanto non esiste un progresso dell'intelligenza in sé, ma uno sviluppo delle funzioni cognitive funzionali a quelle determinate attività.
Un'altra componente dell'arte è lo stile. Per stile, intendo la forma e la deformazione della figura raffigurata, detta anche deformazione stilistica, diffusa in tutto il Paleolitico anche nella pittura zoomorfa e in seguito nell'arte di tutto il mondo, di tutti i tempi post-paleolitici e storici.
Nel Paleolitico inferiore e medio lo stile non va inteso come la bellezza del giorno d'oggi, riguardo alla quale si applica il termine stile in maniera indiscriminata.
Nella vita spirituale dell'uomo, lo stile è una componente animale come l'intelligenza, in quanto è perennemente in movimento, cioè si evolve trasformandosi, indipendentemente dalla ragione. Lo stile è come l'abito dell'immagine antropomorfa e zooomorfa, e su di esso si fonda la valutazione col "mi piace o non mi piace".
L'intelligenza agisce sulla realizzazione della scultura, e ne fruisce anche lo stile, ma lo stile non dipende dall'intelligenza, bensí da inconsce necessità di bellezza dell'organismo. Questa considerazione nasce dalla constatazione dell'irrazionalità dello stile.
In conclusione, l'azione del'intelligenza nell'intero Paleolitico ha agito come nei periodi storici, sia sulla cultura materiale (utensili litici), sia sulla cultura spirituale (arte). Invece, ancora oggi si persiste a credere a uomini con scarsa intelligenza che raggiungono la maturità solo quando avviene, per evoluzione, la trasformazione in Homo sapiens sapiens.
Invece, come si desume dalle opere (manufatti paleolitici), l'intelligenza umana nel Paleolitico è sempre stata stabile e costante, proprio come nei periodi storici, in cui le invenzioni, grazie a nuove tecnologie, hanno favorito il progresso sociale, proseguito con sempre nuove invenzioni fino ad oggi, senza alcuna necessità di postulare un aumento dell'intelligenza.


Un particolare ringraziamento agli autori di blog, siti di musei, università di tutto il mondo, libere enciclopedie online e altre libere fonti di immagini, che con la loro cortesia hanno contribuito grandemente alla realizzazione di questo libro.


P.G.







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