PALEOLITHIC ART MAGAZINE

 

 

EDITORIALE 

 

Pietro Gaietto (Genova, 1937-2019) è stato un archeologo, attivo nel campo delle scienze della Preistoria in modo assolutamente originale e indipendente, e parallelamente un valente scultore.

Le sue prime ricerche risalgono al 1959, dapprima in Liguria e poi in molte zone d'Italia, Europa e Turchia. La sua specializzazione riguarda lo studio delle origini dell'arte e in particolare della scultura antropomorfa paleolitica. Ricerche condotte sul campo per più di mezzo secolo lo hanno portato alla conclusione che l'arte, durante l'intero Paleolitico, aveva una funzione ben precisa: quella di raffigurare immagini religiose. Per questo riteneva fondamentale che, per conoscere l'origine e l'evoluzione delle immagini scolpite religiose, fosse necessaria un'approfondita conoscenza dell'origine e dell'evoluzione dell'arte preistorica, che ne costituisce la chiave di volta. 

Fin dagli anni giovanili Gaietto ha affiancato alla ricerca sul campo un'attività scientifica di scrittura che col tempo si è sempre più raffinata ed approfondita, trovando infine sbocco in una collana editoriale da lui progettata e diretta, "L'evoluzione della forma", che abbraccia non soltanto l'Arte del Paleolitico, ma anche vari altri ambiti di ricerca correlati alla vita dell'uomo.

 

Promuovendo congressi e incontri, fondando una rivista, ha incentivato un confronto tra studiosi della Preistoria e di scienze affini per porre le fondamenta di un linguaggio comune, favorendo un fattivo scambio di idee tra studiosi di culture e formazione diverse. A seguito di ciò, negli anni, ha stretto contatti con studiosi europei ed extra europei, e molti nel tempo si sono rivolti a lui per avere un orientamento e un insegnamento. Ha gettato molti semi, e laddove non è giunta direttamente la sua parola, ha parlato e continua a parlare con entusiasmo e chiarezza attraverso le sue pubblicazioni e collezioni. Le sue numerose opere scientifiche infatti erano indirizzate soprattutto a questo.


Mio marito, Pietro Gaietto, era un uomo tanto schivo quanto tenace, dedito quasi unicamente al suo lavoro di ricerca nel campo dell'Archeologia preistorica: un archeologo sul campo che, finché ha potuto, ha continuato a raccogliere selci, utensili e sculture nei campi arati o alla foce dei torrenti o all&aposingresso di ripari sotto roccia di tutta Europa, con una particolare predilezione per il Gargano, che lui considerava uno dei più straordinari giacimenti del Paleolitico, e che nel corso della sua vita ha visitato a più riprese. Gli bastava guardare attraverso il paesaggio, un rapido colpo d'occhio e subito individuava la presenza di selce lavorata.

Ha lavorato ai suoi scritti fino alle ultimissime settimane di vita, e aveva già formulato progetti per futuri lavori. A breve, uscirà postumo il suo libro "La felicità", quasi un commiato gioioso e riconoscente alla vita.
I suoi studi rivoluzionano il campo dell'Archeologia del Paleolitico e aprono la strada ad ulteriori approfondimenti sulle specie umane estinte di cui non si hanno ancora reperti scheletrici, colmando lacune evoluzionistiche riguardanti Homo.

Secondo quanto da lui auspicato, ci auguriamo che altri vogliano proseguire le sue ricerche e dare una degna sede alle sue collezioni.

Licia Filingeri (Editor)

Genova, agosto 2019

 


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